NELLA LEGGE DI STABILITÀ ERA SCOMPARSA LA NORMA CHE PREVEDEVA COMMISSARI D’ESAME SOLO INTERNI

Maturità, Renzi assicura:
«L’esame non cambia per quest’anno»

Renzi: «Nel 2015 nessuna sorpresa. Eventuali modifiche varranno dal prossimo anno». Commissari solo interni? «La decisione non sia basata su esigenze economiche»

 Il Corriere della Sera scuola 4.11.2014

«Nessuna sorpresa per l’esame di maturità». Parola di premier. Dopo che - appena due settimane fa, nella stesura finale della Legge di Stabilità, era saltata la modifica alle commissioni per l’esame di Stato, arriva la conferma che il motore dell’esame può rimanere spento, ancora per quest’anno: non ci saranno modifiche, tutto si svolgerà «secondo le modalità consuete». Lo ha assicurato il premier Matteo Renzi, parlando con una scolaresca, dopo aver partecipato martedì mattina in piazza Venezia alle celebrazioni del 4 novembre. Riferendosi alla composizione delle commissioni d’esame, il premier ha detto: «So che c’è una discussione tra quelli che volevano la commissione interna o esterna, una decisione sarà presa, ma l’importante è che non avvenga su basi economiche». L’ipotesi inserita nella prima bozza della Legge di Stabilità prevedeva che, con risparmi per le casse dello Stato per 147 milioni di euro, le commissioni d’esame avrebbero dovuto essere composte da sei commissari tutti interni alla prova, tranne il presidente (esterno). «Non ci saranno sorprese per effetto della riforma della scuola messa in cantiere dal governo - ha detto invece Renzi -. Gli esami si svolgeranno secondo le modalità consuete e se verranno decise delle modifiche, queste varranno solo dal prossimo anno».

 

Da ripensare

Oltre che dall’esigenza di reperire risorse, la riforma della maturità nasce anche dalla necessità di dare completa attuazione agli indirizzi introdotti dalla riforma Gelmini: a giugno arriveranno a fine ciclo gli studenti iscritti ai nuovi licei e istituti tecnici e professionali. La seconda prova è dunque da ripensare, sta scritto anche nella «Buona Scuola». Come e in che misura lo stabilirà il decreto ministeriale che è in corso di stesura a viale Trastevere. Qualche modifica dovrebbe interessare anche la prima prova (che oggi spazia dal tema di storia o di attualità all’analisi del testo letterario, dal saggio breve all’articolo di giornale) e la terza (il cosiddetto «quizzone»), che dovrebbe testare anche la conoscenza delle lingue straniere e la capacità di problem solving. Per non dire dell’orale, per il quale si è ventilato che debba in qualche modo tracciare anche i percorsi di alternanza scuola-lavoro o i soggiorni all’estero. Intanto, agli studenti il premier ha chiesto: «Avete visto il questionario sulla buona scuola? Avrei bisogno che mi inviaste una mail con le cose che non vi tornano, che non vi piacciono».