Scuola, aumento di stipendio per i docenti:
Scontro con i sindacati sulla Riforma della scuola. di Luca Giugliano, The Blasting News 7.11.2014 Sembrano non avere fine le polemiche che le Riforme del Governo Renzi stanno generando, coinvolgendo politici, categorie di lavoratori e sindacati.
Dopo le recenti, e non ancora concluse, discussioni che hanno riguardato imagistrati e quindi l'Anm (Associazione Nazionale Magistrati), che cercano di far valer i loro diritti per quanto concerne la questione ferie in primis, ma in generale per tutte le novità riportate nel Decreto legge che annuncia la Riforma di Giustizia, i sindacati di un'altra categoria di lavoratori si ritrovano a difendere la propria posizione.
Stiamo parlando, in particolare, della Cisl Scuola che, nella persona di Scrima, ha tenuto a ribadire la posizione dei docenti nei confronti della Riforma Scuola, dopo che il Ministro Giannini ha dichiarato di non voler come controparte i sindacati stessi su tutto ciò che riguarda il mondo della scuola, ed ha anche tenuto a ribadire l'importante funzione d'intermediazione che i sindacati svolgono.
Il punto cruciale che ha portato allo scontro sindacati-ministro sarebbe legato, secondo Scrima, all'annosa questione degli scatti di stipendio.
Se la proposta venisse confermata, sempre secondo il Sindacato, non si farebbe che aggravare la situazione già difficile dei docenti italiani, che detengono in Europa il triste primato di stipendio più basso per la categoria.
Anche l'Anief, nella persona del presidente Marcello Pacifico, non ha tardato ad esprimere il dissenso su tale questione sottolineando che ilsettore pubblico starebbe peggio di quello privato, che di tanto in tanto può contare su aumenti in busta paga in base all'aumento del costo della vita e che la categoria degli insegnati subisce, negli stipendi, un'inflazione più alta del 5%. Inoltre, rimarcando l'importanza di un aumento che coinvolga tutti idocenti, Pacifico sottolinea che l'unico modo di equipararsi all'Europa è quello di rinnovare il contratto economico di categoriain modo tale da andare a colmare quella distanza che si aggira intorno agli 8,000 Euro, tra le pensioni degli insegnati europei e le pensioni degli insegnati italiani. |