Su abolizione scatti anzianità, di Paolo Damanti, Orizzonte scuola 20.11.2014 Maggioranza docenti a favore riforma, ad affermarlo il Premier Renzi. Se si escludono 300 mila firme e una valanga di bocciature da parte dei Collegi docenti. Giannini "valutazione e merito a braccetto". Come spaccare ulteriormente il capello in quattro. Secondo il Primo Ministro, Renzi, coloro che hanno accolto la riforma della scuola sono in numero nettamente maggiore rispetto a coloro che la contestano. Forse Renzi non si riferisce al mondo della scuola, che è, invece, in forte agitazione, soprattutto per quanto riguarda la cosiddetta "meritocrazia" inserita nel testo "La Buona scuola" e che, in realtà, si traduce in una penalizzazione per i docenti. Ad esprimere tale disagio ben 300 mila firme, raccolte dai sindacati e consegnate allo stesso Premier, delle quali evidentemente non è stato informato o ne ignora consapevolmente l'esistenza. A tutto ciò si aggiungono anche le numerosissime delibere dei Collegi docenti che chiudono la porta ad un sistema meritocratico beffa che mortifica la professione docente. Sull'argomento è intervenuta anche il Ministro Giannini che, impegnata nel tour di propaganda della riforma, deve aver percepito maggiormente il disagio della categoria. Ribadendo la necessità di legare valutazione e merito, ha affermato che c'è disponibilità "a valutare il meccanismo nel dettaglio". "Valutare il meccanismo", però, sa tanto di compromesso che modifica il funzionamento, ma lasca le risorse invariate. Per capirci, "modificare il meccanismo" potrebbe significare una modifica nel calcolo dei crediti o la modifica della percentuale dei "meritevoli" (che attualmente è al 66%) rispetto ai "non meritevoli" (che attualmente è al 34%). Modificare il rapporto tra le due percentuali a favore dei primi si tradurrebbe in una diversa distribuzione delle risorse, abbassando il valore dello scatto triennale attualmente "quotato" a 60 euro. Tutti più poveri, ma più meritevoli. Renzi ha chiuso il cerchio, affermando che le risorse per la riforma sono già state stanziate nella Legge di stabilità, dove si trovano i soldi per le assunzioni, la scuola-lavoro e la formazione dei docenti, ma non certo per gli aumenti stipendiali dei docenti che erano stati promessi. Perché il nodo centrale sta tutto nelle risorse, una meritocrazia che parta con presupposti di risparmio o contenimento della spesa non potrà che essere fallimentare, al di là del meccanismo. |