Organico funzionale per supplenze? "Potrebbe essere disastro". "Sì al preside elettivo" e "docenti all'estero ogni 7 anni”

di Paolo Damanti, Orizzonte scuola 3.11.2014

A dialogo con Angelo Scebba ex componente del Consiglio Nazionale della Pubblica istruzione sull'organico funzionale, il ruolo dei Dirigenti scolastici e il sistema di meritocrazia proposto dal Governo. L'alternativa alla proposta di Renzi potrebbe essere il modello francese, basato sugli ispettori.

Professore, Giuseppe Adernò, apprezzabile Dirigente scolastico, su Aetnanet elogia l'organico funzionale come panacea per le scuole riguardo alle supplenze. Ipotizza che in istituti comprensivi si possano utilizzare i docenti delle medie (ad esempio) per sostituire insegnanti delle elementari.

A me sembra una cosa drammatica, anche l'inverso: quando gli insegnanti delle elementari dovranno sostituire i docenti delle medie. Gli insegnanti delle elementari sviluppano delle metodologie diverse e l'insegnamento alle medie è più incentrato sulla materia. Il problema poi riguarda i giorni di sostituzione, se si tratta di 1, 2 giorni ok, ma se i giorni diventano 4, 5, 6 può incidere pesantemente sul percorso scolastico. Bisognerebbe vincolare, almeno, la supplenza al possesso del titolo di studio.

Mi pare di capire che l'organico funzionale utilizzato per le supplenze non la convince.

Come si fa a garantire che il docente assente venga sostituito da un supplente della stessa materia? Alla materna e alle elementari non ci sono problemi, ma alle medie e alle superiori? Come si fa a sostituire tutte le materie, come si fa ad avere insegnanti di elettrotecnica sempre a disposizione. Ad esempio, in istituti con 1200, 1500 alunni, quanti insegnanti di materie specifiche bisognerebbe avere?

E la banca delle ore?

Premesso che la Banca ore è un marcatore messo dal governo per ribadire che gli insegnanti non sono dei professionisti ma sono degli impiegati.
Anche qui, se a sostituire il docente assente è un membro dello stesso Consiglio di classe, allora ci potrà essere continuità didattica. Ad esempio, se si assenta il docente di Tecnica che verrà sostituito dal docente di Italiano della stessa classe, quest'ultimo potrà continuare il proprio percorso didattico. Magari un giorno si assenterà il docente di Italiano che sarà sostituito dal docente di Tecnica. Insomma, si può andare in pareggio. Ma pensare di sostituire un docente con un altro di altro Consiglio di classe e di altra materia, significa fare intrattenimento, non certo didattica.

Quando in una catena di montaggio si assenta un operaio, questo viene sostituito da un altro operaio che sa svolgere le stesse funzioni. Non si può pensare di sostituire un operaio in una catena di montaggio con un altro che svolge operazioni completamente diverse dall'altro.

Il problema vero è che è difficile immaginare come sarà la gestione delle supplenze con l'organico funzionale, e non lo immaginano neppure coloro che lo hanno inserito nel testo delle linee guida. Era necessaria una sperimentazione seria. Se devi sviluppare un'auto hai bisogno dei collaudatori e di un periodo di collaudo. Per la scuola ci sono pensatori che sognano, ma non sanno neppure dov'è il cambio della macchina. Come per il calcio, che nelle discussioni al bar sembrano tutti arbitri e mister.

Si sperimenterà sul campo. Un ruolo importante avranno proprio i Dirigenti scolastici, saranno loro il cardine di questa sperimentazione. Nella buona scuola c'è qualche pagina dedicata in modo specifico ai Dirigenti, ma in realtà il potenziamento del loro ruolo è disseminato in tutto il testo. Come vede, ad esempio, la chiamata diretta dei docenti dal "Registro nazionale dei docenti" per i progetti legati al potenziamento dell'offerta formativa? Consideri che inciderà sulla carriera dei docenti.

Dico che non si può gestire la cosa pubblica come se fosse privata. I Dirigenti il posto l'avranno sempre assicurato anche se sbagliano.

Si potrebbero proporre dei contratti a progetto.

E chi gestirebbe le nomine dei Dirigenti? Si consegnerebbero le scuole nelle mani della politica. La soluzione migliore sarebbe di consentire alle "comunità" di scegliere il proprio Preside. Se il Preside incide negativamente sulla scuola può essere cambiato con la nuova elezione. Così, oggi, non va. Oggi devono gestire megastrutture ...

Delegheranno, si va sempre più verso la figura del Dirigente manager che delega le sedi distaccate ai collaboratori.

Manager? I Dirigenti non possono essere considerati del manager, cosa gestiscono, il Mof? Quanti utili portano? I manager portano utili. I Dirigenti scolastici si stanno trasformando in burocrati lontani dai docenti e dai genitori.

Quindi?

Meglio prevedere dei Dirigenti di reti di scuole, territoriali, e consentire alle scuole di eleggere i Presidi. Come fanno nelle Università, dove vengono eletti i Presidi di facoltà. Presidi che hanno come principale compito di coordinare il collegio docenti e i compiti del collegio stesso. Magari devono avere un tot anni di servizio e devono avere una formazione ad hoc, ma devono, innanzitutto, capire di didattica.

Torniamo al merito e alla proposta di Renzi sulla valutazione dei docenti. La proposta contenuta nelle linee guida non ha pari in Europa

Il modello che dovremmo prendere a riferimento è quello francese, dove la progressione di carriera è decisa dagli ispettori. Gli insegnanti sono ispezionati ogni 4, 5, 6 anni, e vengono giudicati sul campo, durante la pratica di insegnamento, cui segue un colloquio individuale.

Ma ciò che è interessante è la figura dell'ispettore. Si tratta, innanzitutto di un docente, anzi di un super docente che per ispezionare un altro collega deve avere una notevole padronanza della materia e della didattica, deve essere aggiornato.

In Italia, invece, saranno super Dirigenti, dato che nel testo delle linee guida l'accesso all'ispettorato sarà carriera dei Dirigenti

Tutto dipende dal ruolo che si vuol dare agli ispettori. In Francia servono per la didattica, in Italia sono stati trasformati in poliziotti.

E mi pare che nel sistema di autovalutazione che sta prendendo il via, il ruolo non sia cambiato.

Il problema è che non si può solo valutare i docenti, si deve trovare il modo di motivarli.

Ad esempio?

Cosa ne pensa di mandare i docenti all'estero, a confrontarsi con i colleghi europei?

Che sarebbe una buona cosa

Ogni 7 anni diamo un periodo sabbatico, mandiamo i docenti all'estero, facciamo uno scambio tra i docenti degli stati membri. Chi ha scritto la buona scuola, ha fatto i master all'estero? Perché non devono farli anche i docenti? Sarebbe un incentivo anche all'autoaggiornamento, a partire dalle lingue straniere.
 

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