21 E 22 NOVEMBRE XII GIORNATA NAZIONALE DELLA SICUREZZA

Cavi volanti, polvere e cibo buttato:
cosa succede nelle mense scolastiche

Il focus di Cittadinanzattiva sui luoghi dei pasti a scuola: in certi istituti pulizia una volta a settimana. In programma venerdì e sabato eventi di sensibilizzazione in tutta Italia

di Valentina SantarpiaIl Corriere della Sera scuola 20.11.2014

In sette scuole su cento i bambini sono costretti a mangiare in aule, atri, locali diversi dalle mense. Mense che, quando esistono, spesso mancano di pulizia, arredi adatti, pavimenti conformi, porte antipanico. E dove ogni giorno viene sprecato tra l’8 e il 18% dei cibi nel piatto: ad avanzare, per finire nella spazzatura, sono soprattutto le verdure (23%), la pasta (19%), il pane (16%), il pesce (15%), il minestrone (11%), mentre sono meno destinati al cestino i legumi, la carne e la frutta (6%). Eccoli alcuni dei dati del rapporto di Cittadinanzattiva sulla sicurezza, la qualità e l’accessibilità a scuola che verranno presentati il 21 e il 22 novembre in occasione della XII giornata nazionale della sicurezza. Un’occasione per riflettere ancora una volta, insieme ai dati raccolti in centinaia di scuole in tutta Italia, sullo stato fisico dei locali dove studiano ogni giorno i nostri figli. Con un occhio all’attualità: quest’anno, infatti, verranno presentati anche i risultati di un sondaggio condotto su 2500 studenti che rivelano come sono preparate le proprie scuole sull’emergenza alluvioni. Risultato: pessimo, visto che le informazioni e la preparazione alle emergenze sono lasciate per lo più al caso e alla buona volontà di singoli soggetti. Proprio per sensibilizzare le famiglie, gli insegnanti, gli amministratori, sui temi dello spreco alimentare e della gestione delle emergenze naturali, venerdì e sabato ci saranno eventi in tutta Italia, in cui i protagonisti saranno gli studenti con «children mob» sulla sicurezza delle e nelle scuole.
 

Cosa succede nelle mense
Il focus della giornata però sarà proprio la condizione delle mense: dalla presenza di operatori adibiti a servire il cibo (nell’81% dei casi) all’utilizzo di tovaglie (79%), dall’uso dell’acqua minerale (solo nel 57% delle scuole) a quello dei prodotti biologici, che sono ancora appannaggio solo del 15% degli istituti. Se i piatti offerti cercano di rispettare (nel 76% dei casi) la stagionalità, solo l’82% delle mense offre pasti specifici per motivi di salute, e addirittura poco più della metà lo fa per motivi religiosi (54%). A proposito delle strutture, l’11% ha barriere architettoniche negli accessi, i locali presentano distacchi di intonaco (21%) o altri segni di fatiscenza (15%), mancano le porte antipanico (38%), i pavimenti sono difformi (14% dei casi), o gli impianti elettrici non sono adeguati (in una scuola su tre). Non mancano cavi volanti (6%), prese o interruttori divelti (2%), fili elettrici scoperti (3%). E la pulizia non è sempre un «must» come dovrebbe: se il 78% delle mense vede pavimenti, arredi e infissi puliti una volta al giorno, c’è un 1% che viene ripulito solo una volta alla settimana. Inevitabile che il giudizio sulla presenza di polvere, di imbrattamenti sugli arredi, sull’areazione, la temperatura e l’illuminazione sia per lo più discreto, ma solo raramente buono o ottimo. Il messaggio risuona forte e chiaro: «C’è ancora molto da fare».