Quando le parole contano: test, quiz, quizzone...

Daniela Bertocchi, Aprile 2014

Diceva Ugo un paio di giorni fa che gli atteggiamenti degli insegnanti verso le prove INVALSI sono molto diversi. Invece quelli della stampa sono decisamente più omogenei: tra un mese e mezzo o giù di lì ci troveremo a leggere titoli, e articoli, che ci parlano di come siano andati i "quiz" o il "quizzone" di quest'anno.

La scelta della parola ha una funzione ben precisa: quella di associare le prove alle arbitrarie domande dei programmi televisivi a premi. Non lo dico io: lo dice il vocabolario Treccani che, dopo aver affermato che in origine il termine "quiz", arrivato, suppongo con Mike Bongiorno, fino a noi, si applica a "quesiti posti per saggiare la preparazione o la memoria di candidati, concorrenti, ecc.", precisa subito che il termine si usa oggi "soprattutto per indicare i quesiti che sono elementi di molti giochi e concorsi a premio in giornali, riviste, alla radio, alla televisione": insomma una prova o un test può essere una cosa seria, un quiz è un gioco un po' cialtrone o, al massimo, una prova di memoria (quiz per l'esame teorico di guida).

Naturalmente ciò su cui si basa questa associazione di parole è solamente il formato dei quesiti: i test e i quiz possono entrambi prevedere risposte chiuse, magari a scelta multipla... Sarebbe interessante sapere come gli insegnanti, e non sono pochi, che propongono autonomamente prove preparate da loro con quesiti a scelta multipla chiamino queste prove: non credo proprio che diranno ai loro allievi "Studiate perché domani facciamo il quiz..."; sarà più probabile che dicano facciamo una prova, facciamo una verifica, magari facciamo un test.

È evidente che il valore di un quesito non sta nel suo formato, ma nei processi cognitivi che sollecita: non solo ricordare, ma fare un'inferenza, risolvere un problema, confrontare...E se si vuole avere un'idea dei processi sottesi ai quesiti dell'INVALSI basta andare sul sito e leggersi la "Guida alla lettura delle prove", presente e liberamente accessibile sia per Italiano sia per Matematica (http://www.invalsi.it/snvpn2013/index.php?action=strum).
Concludo su una nota più lieve ma a mio parere interessante: entrambe le parole "quiz" e "test" ci arrivano dall'inglese ("test" in realtà è passato dall'inglese, ma deriva dal latino).

"Quiz", nella sua attestazione in inglese alla fine del Settecento, indicava qualcosa di assurdo, in particolare una persona strana, bizzarra che come tale era fatta oggetto di scherzi non sempre di buon gusto. "Test", nell'inglese del 1300, indicava un piccolo contenitore in cui si scioglieva un metallo o una lega per "saggiarne" la qualità (dal latino "testum", vaso di terracotta).

Quando anche l'etimologia ci mette la coda!


Aprile 2014


Daniela Bertocchi