La scuola combatte i bulli
(a meno che non siano genitori)

 Gazzetta di Modena, 2.11.2014

Al primo consiglio di classe della scuola media che frequenta mio figlio (primo e ultimo, di sicuro), una madre (rappresentante di classe o roba del genere) prende la parola e dice a l’assemblea che suo figlio è scontento del compagno di banco per ‘motivi igienici’. Calca sul concetto con enfasi, davanti a tutti.

I prof. a questo punto cosa fanno? Abbozzano, ridacchiano. Mia moglie è presente ma non conosce la sistemazione dei bambini in aula. Appena rientra scopre che il compagno di banco ‘igienicamente repellente’ è proprio mio figlio, sull’igiene del quale mi permetto di garantire uno standard largamente sufficiente secondo i parametri della sanità mentale più basic.

Appreso il fattaccio mi precipito a scuola (venerdì sera, ore 20, addio pizza) e riesco a parlare con un gentile professore il quale allarga le braccia, conferma che non ha nulla da lamentare sullo stato igienico del bambino e salva la pelle alla mamma paranoica. L’uscita cafona di costei non mi coinvolge più di tanto, del resto si sa, la Legge Basaglia ha degli effetti collaterali indesiderati.

Quello che mi frantuma i genitali è l’atteggiamento vigliacco dell’Istituto, che prima si riempie la bocca col suo prodigarsi per evitare bullismo tra i banchi ma poi smarona clamorosamente al primo minuto del primo tempo lasciando passare, con vergognosa superficialità, il primo vero episodio di bullismo, in questo caso genitoriale, di quest’anno scolastico. Immagino che tutti gli altri genitori presenti alla riunione, una volta a casa, abbiano subito condotto un’accurata indagine C.S.I. Scuola Media per capire dai pargoli chi sia il puzzone della classe, con conseguente rischio di marchiatura dell’orrida fetecchia umana di cui nessun prof. ha sostenuto la presunzione d’innocenza. D

el bullismo tra i ragazzi si parla da anni con giusta preoccupazione, ma del bullismo dei genitori-scassapalle (magari comprensivi di avvocato, con conseguente ignavia del corpo insegnanti) verso altri bambini eventualmente colpevoli del terrificante reato di ‘infanzia’ non si parla mai ma anzi si ridacchia, si abbozza. Cara scuola media, cominciamo davvero malissimo.