Il liceo economico-sociale di Roberto Fini*, Il Sole 24 Ore 14.11.2014
Si è svolto ieri a Roma un seminario riguardante il liceo Economico-sociale, le cui prime classi arrivano quest’anno all’esame di stato. Il tema del seminario, a cui hanno partecipato circa trecento fra docenti e dirigenti scolastici, era proprio legato all’esame, in particolare alle tematiche della seconda prova scritta, diversa a seconda l'indirizzo. In realtà, si tratta di tematiche che non riguardano solo le classi quinte: più in generale il liceo Economico-sociale è un indirizzo innovativo che sta crescendo progressivamente grazie alla riflessione critica delle scuole che lo hanno attivato. È bene partire da un dato di fatto: questo indirizzo rappresenta una novità nel panorama delle scuole superiori italiane. Per la prima volta, infatti, discipline come il diritto o l’economia non vengono confinate in un percorso specialistico, ma sono diventate un indirizzo liceale, superando in questo modo una concezione tutta italiana secondo la quale non di scienze si tratta, ma di pure tecniche.
Un bel salto per una consolidata tradizione culturale! Potrebbe persino accadere che per questa via si riesca a recuperare qualche posizione nella alfabetizzazione economica, che secondo l’indagine Pisa sulle conoscenze economiche dei quindicenni ci vede al penultimo posto: peggio di noi fa solo la Colombia. Nel seminario il Miur era rappresentato da Carmela Palumbo, direttore generale ordinamenti scolastici e da Francesco Branca, coordinatore del servizio tecnico-ispettivo del ministero. Inoltre hanno partecipato, tra gli altri, come relatori A. Montesano (Sie), F. Silva (Aeee-Italia), G. Di Cristofaro Longo (Sisus), F. Tracò (Fondazione Rosselli). Peri docenti presenti, il seminario ha costituito un momento di riflessione sulla problematicità di discipline che vanno insegnate secondo regole diverse rispetto alla didattica tradizionale.
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