«Sindaci, segnalate una scuola da riparare»

Nella lettera, inviata a tutti i sindaci d’Italia, si utilizza un linguaggio diretto:

 Il Corriere della Sera 4.3.2014

ROMA — Matteo Renzi è convinto che la risposta alla crisi che sta vivendo il Paese passi per «l’educazione». E, da presidente del Consiglio che viene da un’esperienza di primo cittadino, sceglie di non rivolgersi ai presidi o ai direttori didattici bensì ai sindaci perché segnalino a Palazzo Chigi gli edifici scolastici da ristrutturare.
Nella lettera, inviata a tutti i sindaci d’Italia, si utilizza un linguaggio diretto: «Stiamo affrontando il momento più duro della crisi economica. Il più difficile dal punto di vista occupazionale. E un sindaco lo sa. Perché il disoccupato, il cassintegrato, il giovane rassegnato, il cinquantenne scoraggiato non si lamentano davanti a Palazzo Chigi: bussano alla porta del Comune. Voi sindaci siete stati e siete sulla frontiera e paradossalmente lo avete fatto in un tempo di tagli senza precedenti. Grazie, a nome del governo».

Ma dalla crisi, continua Renzi, «si esce con una scommessa sul valore più grande che un Paese può incentivare: educazione, educazione, educazione. Investire sull’educazione necessita naturalmente di un progetto ad ampio raggio, che parta dal recupero della dignità sociale delle insegnanti e degli insegnanti. Ci sarà modo per parlarne nel corso dei prossimi mesi».

Ora però, avverte il premier, «la vostra e nostra priorità è l’edilizia scolastica. Nessun ragionamento sarà credibile finché la stabilità delle aule in cui i nostri figli passano tante ore della loro giornata non sarà considerata il cuore dell’azione amministrativa e di governo». Ed ecco la proposta: «Vi chiedo di scegliere all’interno del vostro Comune un edificio scolastico». La segnalazione dovrà arrivare entro il 15 marzo in modo «sintetico»: «Non vi chiediamo progetti esecutivi o dettagliati: ci occorre — per il momento — l’indicazione della scuola, il valore dell’intervento, le modalità di finanziamento che avete previsto, la tempistica di realizzazione». Palazzo Chigi promette di intervenire «nei successivi quindici giorni» individuando «le strade per semplificare le procedure di gara, che come sapete sono spesso causa di lunghe attese burocratiche, e per liberare fondi dal computo del patto di stabilità interna».