Selezione dei professori: «È giusto che i presidi scelgano i migliori?». E i dirigenti, chi li sceglie? Il Corriere della Sera, 24.3.2014 Gentile Redazione del Corriere Scuola, forse non ho cercato bene ma non sono stata in grado di trovare, all’interno del Vostro nutrito elenco di argomenti, la voce inerente i Dirigenti Scolastici di nuova generazione, i post Presidi, dalla riforma Bassanini al devastante Decreto Brunetta. Mi chiedo: come mai? Eppure il malumore tra gli insegnanti (vedi i ricorsi al TAR) è talmente evidente che è impossibile non rendersene conto. Un giornale serio e preciso come il Vostro non può accogliere solo gli articoli come quello che ho dovuto leggere oggi per mano della giornalista Fregonara, dovrebbe, invece, proporre il punto di vista di coloro che lavorano a fatica nel mondo della scuola, dovrebbe percepire che un numero in costante aumento della categoria viene vessato da Manager-D.S. ( se, ad esempio, non votano un progetto «proposto» dal Dirigente, o se osano esprimere un proprio parere e così via). Mi rendo conto che sia un fenomeno nuovo e probabilmente poco conosciuto ma ritengo che una buona stampa debba prendere in considerazione anche questo gravissimo aspetto. Il Decreto Brunetta, nelle sue buone intenzioni, avrebbe sicuramente voluto colpire i fannulloni, invece si è riversato su coloro che, in una scuola democratica, esprimono un proprio parere, esercitano un proprio voto, utilizzano l’arte della retorica per convincere l’ascoltatore. Sono gli insegnanti scomodi, gli insegnanti che in virtù dei propri principi si espongono e poi, pur essendo apprezzati da studenti e genitori, vengono «puniti» dai Dirigenti. È questo l’ambiente che vogliamo per i propri figli? I ragazzi ed i genitori percepiscono tali conflitti e spesso, silenziosamente però, sono solidali. «I Presidi scelgano i migliori» scrive la giornalista. Ma a questo punto Vorrei chiedere alla giornalista in questione:cosa intende per migliori? È a conoscenza del fatto che purtroppo in Italia si utilizzano schemi lavorativi quali il clientelismo, il favoritismo con striscianti tornaconto? E in ultimo: Lei sa come si diventa dirigenti? Un concorso teorico, secondo Lei, è sufficiente per verificare se il Dirigente ha la giusta dose di creatività per dirigere? Ha l’equilibrio e L’ onestà per organizzare il personale che lavora Con lui (e non per lui)? Forse, se proprio crede nella Sua proposta, non sarebbe utile una valutazione (che vagli i principi di correttezza, onestà, creatività e organizzazione) da parte del Collegio Docenti, verso il proprio Dirigente? Grazie per l’attenzione. Lettera Firmata |