Mercoledì al Cdm la rivoluzione?

di P.A. La Tecnica della Scuola 10.3.2014

Matteo Renzi, a “Che tempo che fa”, è sicuro di sé e delle briscole che ha in mano: “Mercoledì per la prima volta si abbassano le tasse. Non ci crede nessuno? Lo vediamo


Noi ascoltiamo tutti, ma cosa dobbiamo fare lo sappiamo: lo faremo non pensando alle associazioni di categoria ma alle famiglie e alle imprese che hanno bisogno di essere aiutate. Mercoledì presentiamo un pacchetto di riforme che durerà sostanzialmente tre mesi”.

E ha ancora detto: “Il pacchetto di misure lo presentiamo mercoledì con le entrate e le uscite. Non ritengo giusto che ne parli oggi ma trovo abbastanza imbarazzante che per anni si sono aumentate le tasse e ora che si stanno abbassando sono iniziate le polemiche: le abbassi agli altri e non a me.” “Oggi la priorità è garantire competitività al sistema Paese cambiando il modello di business, e dire alle famiglie che guadagnano meno di 1500 euro al mese e non ce la fanno, che se si riesce a dare loro qualche decina di euro al mese in più quei soldi vanno non nel risparmio ma nel circuito economico. In questo scenario non dobbiamo pensare a un derby Confindustria-Cgil”.

Importante ci è parso, quanto ha detto sul tema della disoccupazione e del lavoro, annunciando un assegno di disoccupazione che “arriverà con un ddl che impone la riorganizzazione degli strumenti di ammortizzazione sociale. Al disoccupato dò il contributo ma lui non sta a casa o al bar ma mi da una mano per le cose che servono. Ti do una mano e tu mi dai una mano ad aiutarti”.

“Quando chiediamo a tutti di fare dei sacrifici, lo diciamo anche ai sindacati, che devono mettere on line le loro spese, la musica deva cambiare per tutti”.

Relativamente alla scuola, che è stato il primo argomento di cui si è occupato durante l’intervista, ha confermato sostanzialmente quanto da tempo va dicendo: quattro miliardi in tre anni per l’edilizia e un nuovo approccio del governo nei confronti dell’istruzione.

La rivoluzione è vicina e mercoledì si annunceranno le tappe forzate della grande marcia. In ogni caso Renzi ha ragione quando dice che i sogni devono avere delle date.