Presentato il rapporto sugli alunni
con cittadinanza non italiana

di Lara La Gatta, La Tecnica della Scuola 19.3.2014

Miur e Ismu fotografano la situazione nelle istituzioni scolastiche italiane nell’a.s. 2012/2013. Molti ancora gli aspetti critici, ma sempre più nelle nostre scuole si assiste all’integrazione degli alunni stranieri, anche con disabilità
 

Come già anticipato ieri, anche quest’anno il gruppo di lavoro che vede impegnati congiuntamente i ricercatori della Fondazione Ismu e i rappresentanti del Miur ha redatto il Rapporto nazionale sugli alunni con cittadinanza non italiana (Cni) che hanno frequentato le scuole del nostro paese nell’anno scolastico 2012/2013.

Il volume si sviluppa in sette capitoli, che descrivono i tratti distintivi delle presenze, le dinamiche e le differenze territoriali a livello regionale e provinciale, i percorsi formativi intrapresi a livello obbligatorio e post-obbligatorio, gli esiti positivi e negativi (soprattutto a comparazione con gli allievi italiani) nei vari tratti del percorso.

Dall’analisi statistica emerge che gli alunni con cittadinanza non italiana continuano a crescere di numero, anche se con aumenti più ridotti del passato: nell’a.s. 2012/2013 sono 786.630 (+4,1% rispetto all’anno precedente), corrispondente a un’incidenza sul totale degli iscritti dell’8,8% (era l’8,4% l’anno precedente).

L’incidenza più elevata si ha nella scuola dell’infanzia (9,8%) e scuola primaria (9,8%), mentre le scuole secondarie hanno un’incidenza del 9,6% (primo grado) e del 6,6% (secondo grado).

La componente femminile della popolazione scolastica di origine immigrata ha ormai raggiunto un’incidenza simile a quella della corrispettiva parte di origine italiana (48%). Nelle scuole superiori le studentesse di origine immigrata superano per incidenza quelle italiane (+1,2%), in particolare nel Nord-Est (50,4% contro 49,1%) e nel Nord-Ovest (50,2% contro 49,2%), con punte del 54,3% in Trentino Alto Adige e del 56,4% in Val d’Aosta.

Per quanto riguarda la provenienza, il 49,8% degli alunni è originario di un paese dell’Europa, il 24% dell’Africa, il 16,4% dell’Asia, il 9,1% dell’America e lo 0,05% dell’Oceania. Quanto alla nazionalità, gli alunni rumeni (148.602), albanesi (104.710) e marocchini (98.106) sono i più numerosi in tutto il territorio nazionale.

Le presenze sono maggiori nelle regioni del Nord e del Centro Italia.

Guardando al rendimento scolastico, si assiste ad un miglioramento complessivo delle performances degli alunni con cittadinanza non italiana, sebbene si sia ancora di fronte a livelli di "ritardo scolastico ancora significativi". Ritardo che però quasi si annulla quando si tratta di alunni di origine straniera ma nati in Italia. Gli stranieri di seconda generazione riportano infatti punteggi nelle prove Invalsi più vicini alle medie degli italiani rispetto ai loro compagni con Cni. In alcune regioni, le differenze tra italiani e stranieri di seconda generazione tendono ad assottigliarsi, o addirittura a invertirsi: ad es. in Campania gli stranieri nati in Italia vanno meglio degli italiani fin dalla scuola primaria, sia nelle prove di italiano (+24 punti) che in quelle di matematica (+8 punti). Il recupero dello svantaggio in termini di punteggio Invalsi si ha nella prova di matematica di terza media, dove gli alunni Cni (nel loro complesso) riportano un punteggio identico a quello degli italiani.

Infine, il Rapporto 2012/2013 si occupa quest’anno per la prima volta di alunni stranieri con disabilità certificata (visiva, uditiva, psico-fisica). Negli ultimi cinque anni la loro presenza è praticamente raddoppiata: ora sono il 3,1% tra gli alunni con cittadinanza non italiana e il 10,8% tra gli alunni con disabilità. “Un dato – conclude il Miur nel Focus del 18 marzo 2014 - che rivela la capacità della scuola italiana di saper dare risposte e assistenza formativa a situazioni difficili”.