Il multitasking ci renderà stupidi?
Cose che i docenti spesso non sanno
di Rodolfo Marchisio, Pavone Risorse
15.3.2014
I dati di indagini nazionali
- Eurispes/telefono azzurro e Audiweb
Il 62% dei nostri
bambini ha un cellulare (che talora nasce come strumento di
controllo delle famiglie).
Di questi il 17,6% ha meno di 7 anni, il 9% è tra i 7 e i 9, il
44,4% tra i 9 e gli 11, il 29% dagli 11 in su.
Coprono quindi dalle materne a tutte le elementari e le medie.
Lo sapevate?
Cosa ci fanno? Soprattutto giochi e telefonate, poi sms o MMS e
musica.
E i grandi? Tra quelli che sono online ogni giorno, il 4,7%
ha tra 11 e 17 anni, 9,7% tra i 18 e i 24 (dati Audiweb settembre
2013). Sono 60 i minuti che i bambini sotto i 10 anni passano
online, ma salgono a 139 m (2 h e 20 ca) fra i 18 e i 24 anni.
Dato che talora tendono però a sovrastimare.
Nel 2013 c’erano in Italia 37 milioni di smartphone, 4,6 milioni di
smart TV, 7,5 milioni di tablet. Sappiamo tutti cosa sono, vero?
Il 31% degli adolescenti si fa amici in rete che poi frequentano
nella realtà e l’80% dei 13enni ha un profilo Facebook
(quanti fra i loro docenti frequentano i SN? Quanti li sfruttano a
scuola?).
I teenager si connettono al 51% con Smartphone, al 50 % col PC
fisso, 28% col notebook, 24% da tablet (erano ammesse più risposte –
fonte SIMA).
I dati di un’indagine locale
Abbiamo provato ad approfondire con l’aiuto determinante del
collega P. Gentile e di altri colleghi disponibili (Palermo,
Gambotto ed altri), cosa succede in 2 classi elementari della
provincia di Torino, in 6 classi delle medie di un quartiere
di Torino e in 4 classi del biennio, facendo loro compilare 3
questionari un po’ diversi per le varie età.
Ecco i risultati:
Dati Scuole Elementari
Dati Scuole Medie
Dati Superiori - biennio
Prime considerazioni
Ovviamente l’uso delle
TIC diventa maggiore quantitativamente e come gamma di attività col
crescere dell’età, ma già alcuni delle Elementari hanno un
profilo su FB, il 92% di loro trascorre al PC almeno 1 ora, il
64% ci fa ricerca e il 73% ci scrive testi (oltre che
giocare).
Medie
Il 93% ritiene utili le
TIC, il 59% ha un profilo FB e il 53% trascorre al
PC da 2 a 4 ore (gli altri 1 ora)
La comunicazione avviene soprattutto attraverso FB (46%)
e/o mail (19%) + altri Social network (in totale un altro
31%).
Studiare. Fanno ricerca il 61%, un uso misto
ricerca/lettura, documenti il 31%
Il 49% ci scrive, il 40 % fa anche presentazioni. Il 75% ci
gioca e il 73% scarica musica e film.
Biennio
La percezione
dell’utilità si consolida (91%), i profili FB aumentano
(91%), diminuiscono però le ore al PC (35% da 2 a 4 ore), la
comunicazione passa attraverso FB (46%) o in modo misto SN
+ Mail (46%).
Chi fa ricerca scende al 29%, mentre l’uso misto ricerca +
lettura e documentazione sale al 65%. Cala la videoscrittura
sola (26%) calano le presentazioni (15%) ma aumenta
soprattutto l’uso misto (55%). Si gioca meno, si scaricano film
e musica (73%), ma si scaricano anche ebook (39%).
La comunicazione passa attraverso cellullare (41%), ma
soprattutto diventa multitasking - 45%, con diversi mezzi
a disposizione o in casa. Vedi pubblicità di una società
immobiliare.
Le pagine web viste ogni giorno sono in media 139.
Alcune osservazioni.
1 - l’uso
delle TIC è più precoce di quanto si pensi
2 - col
crescere dell’età diventa
più vario, multiuso
3 - Non
solo i giovani usano di più le TIC ed usano più TIC dei loro
genitori, ma scrivono, coi
limiti degli strumenti più di loro tra sms, MMS, social
Network …
Il multitasking ci
renderà stupidi?
L’uso spesso
contemporaneo di molte tecnologie e di diverse situazioni è
piuttosto discusso.
Molti autori, ad es. Calvani e molte ricerche ormai sostengono che
tolga concentrazione. Quella che serve per studiare, per
leggere, per andare in profondità. La lettura sequenziale
funziona meglio che quella ipertestuale + multimediale +
interattiva, perché diminuisce il sovraccarico cognitivo (multitasking)
cfr
Atti Firenze 2013 interventi di Calvani ed altri.
Un dato significativo è che i teenager USA dedicavano ai
media 7 h e 38 min. al gg, ma vedevano in quel tempo,
contenuti per 10 h e 45 perché seguivano molte cose
contemporaneamente (Kaiser FF 2010)
Effetti della superstimolazione sui ragazzi.
Qualcuno la chiama “Demenza digitale” (M. Spitzer), altri si
sono preoccupati del fatto che “la velocità di reazione richiesta
e la riduzione del tempo destinato alla riflessione possono
significare che quelle reazioni e valutazioni possono diventare
sempre più superficiali “(S. Greenfield). Altri (N. Carr)
studiano il fatto che essere bombardati per ore da
superstimolazioni nei 20 anni i cui si forma il nostro cervello
abbia effetti negativi. Il multitasking non esiste in realtà, gli
esseri umani sono in grado di prestare la debita attenzione ad un
unico compito.
Il m. richiede comunque un maggiore dispendio di energie.
“Facendo spesso multitasking, plasmiamo il nostro cervello in
modo da renderlo più pronto a passare velocemente da una cosa
all’altra”- J. Grafman- ” ma i processi cerebrali dedicati al
pensiero e alle decisioni più profonde vengono meno rinforzati”.
Occorrerà vedere come se la caverà questa generazione nella vita.
Ma…
Secondo altri studi comunque i ragazzi imparano, dopo i primi
anni, a gestire questo sovraccarico, spesso staccando la
spina e i contatti quando è necessario. Stanno elaborando
strategie di gestione delle TIC che dovrebbero imparare
anche a scuola, mentre spesso la scuola sta espellendo le TIC dal
suo ambito formativo e non solo in Italia, ma anche negli USA
(in attesa del piano Obama).
Inoltre i ragazzi scrivono di più, anche se non sempre in
modo utile e spesso narcisistico, l’80% parlando di se, ma hanno
gamme di relazioni sociali nuove e allargate. Andrebbero
aiutati, perché lo schermo “omogenizza la vita” N. Carr e
rende difficile l’analisi e la sintesi di quanto sta succedendo
M. Rich. Hanno più difficoltà a mantenere la concentrazione,
ma hanno una maggiore propensione a esplorare, commettono più
errori e ricordano peggio.
Anche i docenti più preoccupati devono però riconoscere che i
ragazzi multitasking sono “più bravi in matematica, scienze,
lettura e comunicazione verbale” Commons sense Media.
Se la situazione richiede di “distribuire l’attenzione su più
compiti in contemporanea, i m. dei media potrebbero trovarsi in
vantaggio per via del loro controllo cognitivo tendente
all’ampiezza”. Kelvin Lui
“Bisogna scoprire come incoraggiare i ragazzini a passare del
tempo su FB o scrivere messaggini…ma avendo cura che trovino anche
il tempo di esercitare forme di pensiero più concentrate, con
gli occhi lontani dallo schermo” N. Carr. A fare “contemplative
computing”
Conclusioni
1 - Il
multitasking è una strategia che offre dei vantaggi: saper
gestire più cose contemporaneamente, in orizzontale. Non molto
dissimile dalle competenze di un cuoco nell’ora di punta o di una
madre/lavoratrice.
2 - Crea
dei problemi quando occorre concentrazione, andare in
profondità
3 - E’
quindi una condizione che sviluppa capacità in orizzontale
(più cose in contemporanea, tendenza all’esplorazione), ma non in
verticale
4 - I ragazzi
spesso, crescendo, imparano a gestire questo deficit,
staccando la spina
5 - Gli
adulti e la scuola dovrebbero aiutarli a gestire queste
differenze, puntando a strategie che portino a competenze diverse,
comunque utili.
6 -
Spesso la
scuola è assente per mancanza di risorse, ma anche per mancanza
di capacità: quanti sono i docenti che praticano il M. e che lo
usano a scuola coi ragazzi, che li educano con e all’uso delle TIC e
dei SN?
7 - Se quindi è
giusto relativizzare l’uso delle TIC a quando sono veramente
utili (cfr
materiali corso Istoreto Le Tic nella didattica e nella
ricerca storica: l’esempio della Shoah), d’altra parte non
bisogna ignorare il contributo di competenze che possono
proporre solo per le nostre prevenzioni o per la nostra
incapacità a usare quelle TIC e quegli ambienti. Si può essere
sollevati dalla rivalutazione del libro e della carta per motivi
fondati, condivisibili, ma anche per propria inadeguatezza
tecnologica. Allora stiamo barando.
8 -
Dobbiamo
accettare che è un fenomeno reale e complesso, non risolvibile con
soluzioni manichee che non aiutano i ragazzi, ma che dipendono dai
limiti delle Istituzioni e di chi li dovrebbe formare come
cittadini (anche)
digitali. Le tecnologie si possono capire e usare in modo
intelligente, non eliminare dalla loro vita.
Ruolo della scuola
“Mettiamo le tecnologie digitali nel cuore dell’istruzione”
T. Chesire
Dovremmo concentrarci sul modo per aiutare i ragazzini a sviluppare
strategie di gestione dell’attenzione….Imparare a gestire i Social
media: invece stanno cacciando le TIC fuori dalle scuole. Dove ciò è
stato compreso, abbiamo ragazzini che passano una mattinata a
discutere con persone di tutto il mondo su un libro sulla Shoah,
cosa che senza i SN non potrebbero fare.
I ragazzini stanno cercando da soli strategie per gestire la loro
attenzione, come spegnere tutto quando si devono concentrare, mentre
dovremmo essere noi ad aiutarli.
“L’iperstimolazione sta modificando lo sviluppo dei ragazzini:
dobbiamo scoprire come e in che modo….dare loro una carica
ulteriore. Coi loro cervelli plastici e adattivi e la loro crescita
avvenuta in piena immersione digitale, i bambini di questa
generazione potrebbero essere i più brillanti i più creativi, i più
connessi della storia della umanità. Aiutiamoli”. T Cheshire.
Note
1- Si
possono trovare approfondimenti sulle citazioni su Wired 1/14 pag 96
e seguenti o su
www.wired.it (la rivista online)
2- Ringrazio
P. Gentile, F. Gambotto, R. Palermo e tutti i colleghi che hanno
partecipato con le loro classi al nostro sondaggio
3- Cfr
anche
materiali Istoreto Corso
Le Tic nella didattica attiva e nella
ricerca storica: l’esempio della Shoah