Le gite scolastiche “morse” dalla
crisi: di A.G. La Tecnica della Scuola 14.3.2014 Da uno studio di settore risulta che quest’anno andrà in viaggio di istruzione circa il 43%: al bando aerei e treni, ci si muove in pullman e la meta è sempre più spesso italiana. Ma in ostello non dormirebbero proprio tutti…
Le gite, in ogni caso, non sono più una tappa scontata della primavera degli studenti: meno della metà degli intervistati, infatti, andrà in viaggio di istruzione, circa il 43%. E addio alle classiche mete europee: Berlino, Parigi, Budapest sono un lontano ricordo di qualche anno fa. Oggi la crisi impone la riscoperta del patrimonio artistico italiano. E' il lato positivo del risparmio: l'Italia sarà la meta di circa 7 ragazzi su 10. Fare economia non è un'opzione, come rivela la scelta del mezzo di trasporto. In calo le quotazioni dell'aereo, anche low cost. Ma neanche il caro vecchio treno risulta tra i mezzi preferiti dalle scuole in tempo di austerity. È il pullman invece a spopolare: oltre il 70% degli studenti in partenza dovrà rispolverare le vecchie canzoni da viaggio in torpedone. Solo il 17% prenderà letteralmente il volo: più della metà di questi con compagnie aeree tradizionali, mentre gli altri si affideranno al low cost. Ma della ricerca è emerso anche altro. Come il fatto che per decenni la gita studentesca ha rappresentato un crocevia, superato il quale si entrava nella fase dell’autonomia. Per prepararsi a quella adulta. E si faceva a gara per arrivare a quel momento. Oggi, invece, non sembra più così. Il 20% degli studenti rinuncerebbe alla gita scolastica se fosse costretto a soggiornare in un posto spartano. Se un ragazzo su 5 resterebbe a far lezione piuttosto che andare in ostello, esiste anche una buona percentuale di ragazzi - il 45% circa degli intervistati - che pernotterebbe in una di queste strutture solo se non ci fosse nessun'altra soluzione. Insomma, avventura e condivisione degli spazi non sembrano proprio la passione degli studenti e sono solo 3 su 10 ad apprezzare le camerate come luogo in cui divertirsi con i propri compagni di classe tra una uscita e l'altra. Ne sa qualcosa l’Aig, Associazione italiana ostelli della gioventù, che offre sconti considerevoli (del 50%) alle scolaresche che decidono di pernottare nelle proprie strutture, ha scoperto con rammarico che una percentuale tutt’altro che irrisoria rifiuterebbe a priori una sistemazione ad una o due “stelle”. “Nemmeno la gita di istruzione – commenta l’Ansa - è un motivo valido per abbandonare il comfort di una camera d'albergo, anche se sono sempre meno coloro che partiranno: più della metà infatti resterà in classe”. E non solo per libera scelta degli studenti. Anche tanti prof, infatti, preferiscono rimanere a casa. Soprattutto dopo la quasi scomparsa dei finanziamenti per questo genere di attività extrascolastiche. |