L’EMORRAGIA DA LICEI E ISTITUTI SUPERIORI Superiori, uno studente su tre lascia prima del diploma In quindici anni quasi tre milioni di ragazzi hanno lasciato la scuola statale di Valentina Santarpia, Il Corriere della Sera scuola 23.3.2014
Nel 2013 160 mila
studenti hanno abbandonato la scuola secondaria superiore statale.
Al quinto anno di istruzione superiore, il 27% di chi aveva iniziato
il ciclo formativo dei cinque anni aveva lasciato: uno su tre non ce
l’ha fatta a reggere il passo con i compagni di classe.Anche se
rispetto alla precedente rilevazione c’è stato un piccolo
miglioramento - nel 2012 c’erano stati 20mila drop out in più, pari
al 29,7%- resta intatto l’allarme per una emergenza formativa che
colloca l’Italia in fondo alla media Ue, con ben due milioni e 900
mila studenti - più degli abitanti di Roma - che negli ultimi 15
anni hanno lasciato istituti tecnici e licei senza diploma in tasca.
Solo una parte dei dispersi ha continuato gli studi nella scuola non
statale o nei corsi di istruzione e formazione professionale (IeFP).
Gli altri hanno ingrossato le fila dei cosiddetti Neet, i giovani
tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano, non fanno
formazione. Se si considera che, da dati Istat, i Neet in Italia
nella fascia di età 15-29 anni (proprio 15 classi di età) sono
stimati in 2,2 milioni (pari al 22,7%), si può dedurre che solo
circa 700 mila di quei 2,9 milioni di ragazzi (cioè 1 su 4) ha
continuato gli studi fuori dalla scuola statale o ha trovato lavoro.
Ma è solo una deduzione logica: perché, come notava anche il
sottosegretario Marco Rossi Doria nell’ultima audizione alla Camera
sull’argomento, «Continuiamo ad avere un problema serio
nell’interazione questi dati di crisi e il passaggio alla formazione
professionale: tanto per essere brutali-notava Doria- non riusciamo
veramente a sapere in tutte le regioni che ad esempio Pasqualino,
che è stato bocciato nella prima superiore, in effetti sta andando
alla formazione professionale e magari sta svolgendo un proficuo
percorso professionale».
Quello che sappiamo, e
che emerge dal dossier di Tutto Scuola su dati Miur, è quanti
studenti si iscrivono al primo anno di scuola superiore e poi non
risultano iscritti più al quinto anno. Complessivamente negli ultimi
quindici anni, non è arrivato nemmeno alla soglia dell’esame di
maturità il numero colossale di 2.868.394 studenti. Si erano
iscritti, anno dopo anno, in 9.109.728: risulta quindi «caduto» sui
banchi, il 31,5%. Notevoli gli scostamenti nella geografia degli
«abbandoni». Può stupire, ad esempio, il fatto che dopo le Isole
(tasso medio di dispersione 35,4%) sia il Nord Ovest con un tasso
del 29,1% ad avere la maglia nera. Tra le regioni virtuose, l’Umbria
con una dispersione del 18,2%, seguita da Marche, Friuli e Molise
con il 21,1%. Fanalino di coda la Sardegna (36,2%), seguita da
Sicilia (35,2%) e Campania (31,6%). Le regioni del Nord Ovest,
piuttosto omogenee, sono tutte sopra la media nazionale, con la
Lombardia che sfiora il 30%. La media dell’area è del 29,1% con
oltre 39mila studenti dispersi nel quinquennio. Nel Nord Est la
situazione è buona, come peraltro è quasi sempre avvenuto. La media
è del 24,5% con quasi 23mila dispersi dal 2009 al 2014. Discrasie al
Centro, con tre regioni, Umbria, Marche e Lazio, ampiamente sotto la
media nazionale e l’altra, la Toscana, sopra il 27%. La media
dell’area è del 24,8%: oltre 28mila i «caduti». Buona infine la
situazione nel Sud. Cinque regioni su sei (Campania esclusa) si
posizionano sotto la media nazionale del 27%. Complessivamente
l’area, con una dispersione di 47.674 studenti, registra un tasso di
abbandoni del 27,5%.
In realtà i dati che
riguardano gli studenti di scuola superiore che si sono iscritti al
primo anno e che poi non sono risultati iscritti al quinto anno
vanno inseriti nel quadro complessivo dell’abbandono scolastico
complessivo, ovvero la quota di giovani dai 18 ai 24 anni di età in
possesso della sola licenza media e che sono fuori dal sistema
nazionale di istruzione e da quello regionale di istruzione e
formazione professionale: in questo caso il focus del ministero
dell’Istruzione dimostra che l’Italia, anche se faticosamente, sta
migliorando. Secondo i dati più recenti, relativi alla media del
2012, i giovani 18-24enni che hanno abbandonato prematuramente gli
studi o qualsiasi altro tipo di formazione sono scesi a 758 mila (29
mila in meno rispetto al 2011), di cui il 59,6% maschi. Nella fascia
di età considerata, l’incidenza dei giovani in possesso della sola
licenza media e non più in formazione è pari al 17,6% (18,2% nel
2011) . Siamo ancora lontani dalla media Ue del 12,8% (13,5% nel
2011) ma sempre più vicini all’obiettivo del 2020, che è fissato al
16%. Il Miur, del resto, ci sta puntando molto: col dl istruzione sono stati messi 15 milioni (3,6 per il 2013, 11,4 per il 2014) per la lotta alla dispersione scolastica in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Sarà avviato un Programma di didattica integrativa che contempla il rafforzamento delle competenze di base e metodi didattici individuali e il prolungamento dell’orario per gruppi di alunni nelle realtà in cui è maggiormente presente il fenomeno dell’abbandono e dell’evasione dell’obbligo, con attenzione particolare alla scuola primaria e all’integrazione degli alunni stranieri. Le risorse stanziate per il funzionamento del Programma potranno essere utilizzate anche per il compenso delle prestazioni aggiuntive del personale. Nel frattempo, 10 milioni sono stati stanziati per il 2014 per la formazione del personale scolastico: l’obiettivo è quello di rafforzare le competenze digitali degli insegnanti, la formazione in materia di percorsi scuola-lavoro e potenziare la preparazione degli studenti nelle aree ad alto rischio socio-educativo. |