Le flipper classroom
e la rivoluzione di Internet a scuola

Luigi Cancrini, l'Unità 14.3.2014

L’idea di rivoluzionare la didattica, cominciando dalla scuola media, attraverso l’introduzione di internet a me sembra molto interessante. È di questo che si parla quando si parla di flipper classroom?

JOLE DI STEFANO

La rivoluzione nel funzionamento delle scuole battezzate flipped classroom in alcune scuole americane in cui la si pratica da tempo viene sperimentata ora anche in Italia, in pochi istituti di scuola media, inferiore o superiore.

Di che si tratta? Di un cambiamento drastico nell’organizzazione della didattica basata ora sulla spiegazione in classe e sui compiti che verificano a casa se l’alunno ha capito e basata domani sull’indicazione di un tema da esplorare a casa e sulla discussione guidata su quel tema, in classe, il giorno dopo. Utilizzando, accanto ai libri di testo, internet che dovrebbe permettere a tutti i ragazzi di accedere a qualsiasi contenuto in modo libero e creativo. Ma lavorando, soprattutto, sulla curiosità del ragazzo e sulla sua voglia di esplorare autonomamente il tema che gli viene proposto.

Come è possibile e utile fare, sicuramente, in alcune materie come la storia, la geografia o le scienze naturali e assai più difficile, invece, quando a essere insegnate sono la matematica o la filosofia o l’analisi di un testo. Ma come è possibile fare, soprattutto, con gli allievi più interessati e più seguiti, a casa, da genitori che si preoccupano dei loro studi. Aumentando il gap fra i più ricchi e i meno ricchi?

Loro non ci sono più ma a me è venuto da pensare che don Lorenzo Milani e Mario Lodi avrebbero guardato con entusiasmo a questo tipo di rivoluzione. Pensando alla possibilità, però, di avere una scuola in cui internet è disponibile per tutti: con tanto di insegnanti-genitori per i ragazzi meno fortunati.