Scuola, il ministro Giannini batte cassa
Non solo il piano sull’edilizia scolastica: il
governo ha intenzione di Lorenzo Vendemiale, Il Fatto Quotidiano 28.3.2014
Più soldi e più autonomia per riassorbire i precari della scuola.
Che sono sempre di più, quasi 500mila. E per la cui stabilizzazione
servirà “un significativo impegno finanziario”. Il nuovo ministro,
Stefania Giannini, ha esposto ieri pomeriggio in Commissione al
Senato le linee programmatiche del governo Renzi in tema di
istruzione. Non solo il piano sull’edilizia scolastica: il Ministero
ha intenzione di tirar dritto sui test Invalsi, e di fare marcia
indietro sul Tirocinio Formativo Attivo, il canale di formazione dei
docenti istituito dal ministro Francesco Profumo solo nel 2012, e
già in previsione di superamento (verrà inglobato nelle lauree). Ma
la vera novità riguarda ancora una volta le assunzioni: confermati i
concorsi come canale principale di reclutamento, Giannini punta
sugli organici funzionali e sull’autonomia dei singoli enti per
implementare l’offerta formativa e sistemare le migliaia di docenti
in attesa di una cattedra. Quello del precariato è un “problema rilevante e drammatico, che riguarda la vita di molte persone”, ha detto il ministro in Commissione. Lo confermano anche i numeri: i docenti iscritti nelle graduatorie d’istituto (quelle che assegnano le supplenze) sono 460mila in tutta Italia. E fra questi, ci sono i 170mila iscritti nelle Graduatorie ad esaurimento (da cui viene pescato, per legge, il 50% delle assunzioni), per la cui dismissione ci vorranno almeno dieci anni. Senza dimenticare i 10mila abilitati Tfa, i 70mila che arriveranno dai Pas (noti anche come Tfa speciali) e i 40mila idonei di vecchi concorsi. Un vero e proprio rebus che Giannini spera di risolvere, almeno in parte, con gli organici funzionali: un corpo docente messo su da singole scuole (o da reti di scuole) per gestire al meglio le supplenze e aumentare l’offerta formativa, affrontando anche il tema del sostegno e dell’integrazione.
Sin dal momento del suo insediamento il ministro ha insistito sul
tema dell’autonomia scolastica. Per far questo, però, è la stessa
Giannini a sottolineare che ci vorrà un “significativo impegno
finanziario”. L’organico dell’autonomia, del resto, è stato già
istituito nel 2012, ma fino ad oggi non è stato pienamente attuato
per problemi di budget. Giannini, dunque, batte cassa: serviranno
soldi non soltanto per rimettere in sesto i disastrati edifici della
scuola italiana, ma anche per sistemarne il personale. Una
soluzione, aggiunge, potrebbe arrivare dalla revisione dei costi
attuali per le supplenze brevi e l’integrazione degli alunni
disabili. Parole che potrebbero presagire una piccola rivoluzione
nell’assegnazione delle cattedre temporanee, e anche sul sostegno.
Bisognerà aspettare per capire quanto il governo vorrà spingere
sull’autonomia, e come verranno attuate queste linee programmatiche.
Intanto, il ministro chiede di reintegrare i Fondi per l’offerta
formativa ai livelli del 2011, quando ammontavano a 1,5 miliardi di
euro, prima di essere falcidiati dai tagli. Sul lungo periodo,
invece, confermata la linea dettata da Carrozza: le assunzioni
dovranno avvenire solo per concorso.
Marcia indietro, invece, sul Tirocinio Formativo Attivo. Il sistema
di abilitazione dei docenti non ha neppure due anni di vita, ma per
il ministro Giannini è già desueto:
il prossimo ciclo che era stato annunciato dall’ex ministro Maria
Chiara Carrozza verrà confermato. Ma pur condividendo il
principio sotteso al Tfa, per il futuro Giannini prefigura
l’introduzione di “un modello più snello”, basato sull’inserimento
di un periodo di tirocinio direttamente nel percorso della laurea
magistrale universitaria.
Da quando sono stati introdotti, i test Invalsi hanno suscitato solo
polemiche. Ma per il ministro Giannini il momento della valutazione
è decisivo per il passaggio da “una scuola per tutti” ad “una scuola
di qualità per tutti”. Per questo Invalsi non sarà dismesso, ma anzi
rilanciato, promuovendo un “maggior coinvolgimento delle scuole”
(che fin qui hanno più che altro subito i test). Alla valutazione,
del resto, si ricollega anche la novità dei bonus nei contratti dei
docenti: un altro dei temi forti del ministro, che ha ribadito
l’intenzione di voler superare l’attuale sistema, in cui gli scatti
di anzianità sono l’unico meccanismo premiale per gli insegnanti.
Questione su cui già si profila lo scontro con i sindacati.
Nulla di nuovo, invece, sul fronte dell’edilizia scolastica, dove il
ministro ha confermato gli annunci già fatti dal premier Renzi.
Giannini ha sottolineato che il governo sta predisponendo un piano
pluriennale che porterà a fare interventi in 10mila edifici su tutto
il territorio nazionale. Per farlo, ribadito l’impegno economico e
anche organizzativo,
con uno snellimento delle procedure e il completamento dell’Anagrafe
che manca da quasi 20 anni. Prima dell’intervento del ministro Giannini in Senato, le Commissioni Bilancio e Lavoro della Camera hanno approvato all’unanimità un ordine del giorno che impegna il governo a sciogliere il nodo dei Quota 96, i 4mila docenti bloccati in servizio da una “svista” della riforma Fornero. In realtà, una soluzione sembrava molto vicina già lo scorso mese, con un testo unificato a firma Pd-M5s. Ma poi è arrivata la doccia fredda della Ragioneria dello Stato, che ha bocciato le coperture. Presto il Parlamento proverà a trovare una nuova soluzione. Sperando – si augurano gli insegnanti coinvolti – che sia la volta buona. |