Scuole e architettura Pasquale Almirante, La Sicilia 16.3.2014 Circa 3 miliardi e mezzo sono stati messi sul tavolo dal governo per programmare 10.000 interventi in tutta Italia a favore dell'edilizia scolastica, mentre sarà costituita una "cabina di regia" dall'1 aprile tra i ministeri dell'Istruzione, Economia, Infrastrutture, Ambiente per monitorare i lavori e decidere cosa fare per non sprecare risorse. Considerata la condizione di degrado di molte scuole, con i pericoli che giornalmente corrono personale e alunni, questi soldi sembrano una manna, benché così non dovrebbe essere, ma anzi esattamente al contrario. E a parte la messa in sicurezza degli edifici, la Rete degli studenti sta suggerendo alla ministra Giannini di costruire istituti ex novo, ma con caratteristiche diverse e adeguate non solo alle nuove tecnologie ma anche alle più recenti esigenze della didattica. E per prospettare questa idea hanno scritto direttamente all'architetto e senatore a vita Renzo Piano, suggerendogli nuove frontiere dell'edilizia scolastica. Per gli studenti infatti l'obiettivo da raggiungere è quello di fare scuole senza classi e per tale fine hanno pure creato l'hashtag #100scuolasenzaclassi che è finora tra i più twittati dai giovani. Si stanno muovendo insomma affinché si vada ben oltre il possibile, prospettando strutture dove gli schemi classici dell'insegnare e dell'apprendere appaiono quasi del tutto ribaltati. Aule insomma 3.0 con tecnologie e arredi che si muovono in funzione della didattica e che corrispondono a tre proposte complessive: al centro della gestione i luoghi del sapere, ossia la rete che unisce le scuole con i musei, le biblioteche e le piazze della città; nuove scuole costruite come siti di apprendimento diffusi nella città, di spazi educativi rivoluzionari, sull'esempio delle scuole peripatetiche della Grecia antica; istituti pieni di spazi aperti e flessibili, diffusi nella città per esserne il cuore, dalle sue passeggiate ai luoghi di cultura; che si mettano in costruzione almeno 100 nuove scuole sperimentali, immaginandole con degli spazi di apprendimento nuovi, diversi dalle quattro mura. E in più si auspica la loro autonomia energetica e l'inserimento armonico nell'aria urbana. Non più luoghi di pena e di "lavoro forzato", ma ambienti di ritrovo, di studio, di cultura e di arte e di fruibilità dell'arte: scuole-museo, insomma, dove il sogno rimane però senza date e scadenze. |