Battiam le mani Massimo Gramellini, La Stampa 6.3.2014 Signore maestre e signori maestri che ogni mercoledì accogliete l’adorato premier in visita pastorale nelle vostre scuole, è troppo chiedervi di non esagerare con le manifestazioni di giubilo da parte degli allievi? Ve lo dice uno che nella sua tormentata esperienza professionale ha visto bimbi inermi sbaciucchiati da D’Alema, giovani degenti ospedalieri miracolati da Berlusconi e una creatura in lacrime costretta a leggere a Di Pietro una domanda sul rito abbreviato nel processo penale. Ieri però si è passato il segno. In una scuola elementare di Siracusa lo schivo Renzi è stato accolto dai bambini con un coro ritmato («Mat-teo, Mat-teo») e una canzoncina scritta per l’occasione: «Facciamo un salto… battiam le mani… ti salutiamo tutti insieme, Presidente Renzi… alle tue idee e al tuo lavoro affidiamo il futuro». Parole e musica, ne converrete, perfettamente credibili sulle labbra dei dirigenti di qualche ente pubblico in cerca di riposizionamento. Ma alquanto stonate in bocca a dei piccoli fan di Peppa Pig.
L’adulazione e il servilismo spacciati per entusiasmo genuino sono
valori profondamente sentiti nel nostro Paese. Perciò meriterebbero
di essere sviluppati in proprio e non per interposto bambino. Ne va
dell’equilibrio psicologico degli alunni e anche un po’ di quello
del presidente del Consiglio, le cui riserve di autoironia vengono
messe continuamente a dura prova. Fatelo voi, un salto. Battetele
voi, le mani. Affidatelo voi, il vostro futuro, alle idee del
Presidente Renzi, che a furia di volteggiare tra scolaresche non sa
neanche lui dove troverà il tempo per farsele venire, le idee. |