Chi ha il dirigente despota di A.G. La Tecnica della Scuola 2.5.2014 A sostenerlo un team di studiosi australiani che hanno esaminato oltre 7mila dipendenti: quelli stressati accusano spesso dolori al torace, nausea e mancanza di respiro. E in un anno devono rimanere a casa almeno due settimane in più degli altri. Le forti pressioni dall'alto possono inoltre favorire malattie cardiovascolari, depressione e ansia. E in questi condizioni diventa difficile tornare al lavoro. Problemi che nella scuola sono all’ordine del giorno.
Lo studio, che getta luce sugli effetti deleteri di carichi di lavoro esorbitanti e più ancora dell'eccesso di controllo da parte di dirigenti dediti alla 'microgestione' dei dipendenti, ha esaminato in particolare chi lavorava in uffici con alto livello di stress: aveva bisogno di due settimane o più in un anno di congedo malattia e accusava sintomi come dolori al torace, nausea e mancanza di respiro. Un caso su 15 di congedo malattia di lungo termine, cioè oltre due settimane, poteva essere evitato se il posto di lavoro fosse stato meno stressante.
"A un semplice
livello, ciò che conta è il controllo che si ha sul proprio lavoro
di giorno in giorno, minuto per minuto, ma a un livello più ampio è
cruciale il controllo che si può avere sull'organizzazione in
genere, sulla possibilità di segnalare problemi e di proporre
soluzioni", scrive Harvey sulla rivista Plos One. E' semplicistico
concludere che chi lavora troppo rischia un attacco cardiaco o
sviluppa depressione, aggiunge. "Vi sono invece prove fondate che
una combinazione di forti pressioni dall'alto e di basso controllo
sul proprio lavoro può causare malattie cardiovascolari, depressione
e ansia. E diventa molto più difficile tornare al lavoro dopo aver
contratto i problemi di salute". La scorsa estate il professor Vittorio Lodolo D’Oria, esperto in malattie professionali degli insegnanti, su invito del comitato “Quota 96”, ha lanciato un appello all’allora ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, affinchè avesse messo mano al riconoscimento delle malattie professionali dei docenti. Il tutto, tra l’altro, è stato acuito dalla riforma pensionistica Monti-Fornero. |