Se fosse una terapia per la scuola,
di Giovanni Sicali, La Tecnica della Scuola 5.5.2014 Non è facile scrivere di Invalsi senza cadere in fuorvianti apriorismi o in faziose opinioni. Se si trattasse di una “quaestio” medievale saremmo di fronte ad una disputa ben strutturata: l’argomento (il quid), i termini della questione (explicatio terminorum), gli argomenti favorevoli e contrari (sententiae), la conclusione (dissertatio)
Forse non tutti gli insegnanti conoscono veramente l'Invalsi. Ed è vero che a livello di opinione pubblica dominano più il "sentito dire" che la corretta informazione. Comprendere come funziona questo Istituto elimina alla radice molti equivoci, anche se il mondo della scuola non ha mai nascosto la sua avversione nei confronti dell'Invalsi.
Secondo il suo
Statuto - allegato al Decreto Dir. Gen. Miur n. 11/2011, GU n.229
del 1° ottobre 2011 - l'Invalsi è un Ente di ricerca dotato di
personalità giuridica di diritto pubblico, sottoposto alla vigilanza
del Miur (art. 17 del D.leg.vo 213/2009). Questo Ente ha raccolto,
in un lungo e costante processo di trasformazione, l'eredità del
CEDE (Centro Europeo dell'Educazione) istituito nei primi anni
settanta del secolo scorso. La Direttiva Miur n. 88 del 3/10/2011
recita testualmente: "Obiettivo di sistema della valutazione esterna
degli apprendimenti è quello di promuovere un generale e diffuso
miglioramento della qualità degli apprendimenti nel nostro Paese,
avendo riguardo, in particolare, agli apprendimenti di base. Per
ciascuna scuola le rilevazioni nazionali consentiranno di acquisire
i risultati nazionali di riferimento e i propri dati aggregati a
livello di classe e disaggregati per ogni singolo item. Ciò con
l'obiettivo di disporre della necessaria base conoscitiva per:
individuare elementi di criticità in relazione ai quali realizzare
piani di miglioramento dell'efficacia dell'azione educativa;
evidenziare situazioni di qualità da mantenere e rafforzare;
apprezzare il valore aggiunto realizzato in relazione al contesto
socio-economico culturale, al fine di promuovere i processi di
autovalutazione d'istituto".
1. Consolidare la
qualità delle prove In base poi al comma 2 dell'art. 51, della Legge n. 35 del 4/4/2012 su "Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo" al fine di ottenere il "Potenziamento del sistema nazionale di valutazione", è stato stabilita l'obbligatorietà delle prove Invalsi con questa dicitura "Le istituzioni scolastiche partecipano, come attività ordinaria d'istituto, alle rilevazioni nazionali degli apprendimenti degli studenti".
Solo però che "le
istituzione scolastiche" non coincidono con i singoli docenti,
soggetti responsabili che godono di pochi diritti e devono
rispondere a molti doveri. Le istituzioni non sono "persone fisiche"
e anche se il collegio dei docenti viene equiparato a "persone
giuridiche" la giurisprudenza si è espressa in senso contrario. E' risaputo che il Miur non ha risposto in modo esaustivo a queste 3 domande:
1. Che cosa
intendono valutare queste prove Invalsi? |