Il futuro dell’Europa dipende
dalla libertà di educazione?

 TuttoscuolaNews, n. 634 19.5.3.2014

Questa domanda (non retorica) è stata l’oggetto di una tavola rotonda promossa sabato scorso ad Arona dalle locali suore Marcelline e svoltasi nel Palacongressi Salina della città alla presenza di un pubblico di insegnanti, genitori e studenti particolarmente attento e partecipe.

Dopo i saluti istituzionali del vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla e del viceprefetto di Novara Claudio Ventrice ha avuto inizio la tavola rotonda, moderata da Orazio Niceforo di Tuttoscuola, testata più volte citata nel dibattito.

C’è un tratto distintivo dell’identità europea, qualcosa che la caratterizza e la distingue da altre identità continentali? Sì, risponde Alessandro Meluzzi, noto psichiatra e scrittore, è l’idea giudaico-cristiana di persona, fondata sull’equilibrio tra libertà e responsabilità. Idea che si declina in molti ambiti, e in primo luogo in una concezione dell’educazione come diritto-dovere della famiglia di scegliere il modello educativo preferito per i propri figli. Ma anche di impegnarsi, insieme agli insegnanti, per far uscire i giovani di oggi, a prescindere dalla scuola (statale o paritaria) a cui sono iscritti, dalla condizione di angoscia esistenziale (Meluzzi l’ha definita il “dilagare del nulla”) nella quale molti di loro vivono, in un prolungato status di adolescenti incapaci di diventare adulti.

Il tema della libertà di scelta è stato ripreso da Anna Monia Alfieri, marcellina, docente all’università Cattolica di Milano, che ha rilanciato la proposta di utilizzare il costo standard come parametro unitario di finanziamento di tutto il sistema educativo pubblico, formato da scuole statali e paritarie. Uno strumento di questo genere, a suo avviso, premierebbe le buone scuole penalizzando quelle inefficienti e comporterebbe un notevole risparmio per le finanze pubbliche.

L’idea che si debbano superare steccati e pregiudiziali ideologiche per guardare alla qualità dei servizi resi alla società, nel settore educativo come in altri ambiti pubblici, è stata condivisa dal sindaco di Arona, Alberto Gusmeroli, mentre il vicedirettore generale dell’USR Piemonte Antonio Catania ha disegnato un quadro delle emergenze e delle priorità della scuola piemontese e italiana, citando anche i dati di Tuttoscuola sulla dispersione.

Gli interventi dei relatori sono stati seguiti da un vivace dibattito nel quale sono intervenuti genitori, insegnanti e anche studenti. Ne è emersa una convinzione, ampiamente condivisa: la scuola italiana, nel contesto di quella europea, ha bisogno di un nuovo inizio, e gli insegnanti di riguadagnare prestigio sociale e orgoglio professionale, senza i quali il declino e la marginalizzazione saranno inevitabili. Serve insomma una ripartenza, un’impresa grande e bella. Perché “solo la bellezza salverà la scuola”, riassume Meluzzi parafrasando la celebre frase (“solo la bellezza salverà il mondo”) del principe Miskin nell’Idiota di Dostoevskij.