Prove Invalsi contestate

Pasquale Almirante, La Sicilia 11.5.2014

Prove Invalsi contestate da insegnanti soprattutto e poi pure da genitori e alunni che non vedono di buon occhio di affidare a dei test, sulla cui validità scientifica c'è poco di chiaro, l'efficienza e l'efficacia dell'istruzione. La partecipazione infatti alle prime due giornate, che hanno riguardato italiano e matematica, coinvolgendo rispettivamente circa 568 e 561 mila studenti delle classi II e V primaria, è stata del 98,48%, così come ha comunicato in una nota l'Istituto nazionale per la valutazione. Si può quindi stimare che le prove non siano state effettuate in circa 1,52% delle classi II e 1,52% delle classi V, che, se non sembra una sconfitta, è però termometro di irrequietudine.

E infatti, se per un verso la neo presidente Invalsi, Anna Maria Ajello, tiene a dire che "i test non servono a valutare gli insegnanti", la ministra dell'Istruzione, Giannini, insiste nel legare i futuri aumenti salariali ai prof al loro rendimento e quindi al merito. Ma come misurare la "qualità" di ogni singolo docente? Domanda cruciale a cui si risponde spesso tirando in ballo appunto i risultati delle prove, mentre a settembre dovrebbe entrare in opera il "Sistema nazionale di valutazione" basato su tre elementi: Invalsi, che predispone tutti gli adempimenti necessari per l'autovalutazione e la valutazione esterna delle scuole; Indire, per supportarle nei piani di miglioramento; gli Ispettori, per guidare i nuclei di valutazione esterna. Un meccanismo complesso dove però Invalsi è il punto focale e che non lascia sereni, anche perché, per esempio, l'anno scorso ben 75 scuole furono accusate di "cheating", di barare, perché sarebbe stato consentito di copiare, senza escludere l'aiuto degli stessi prof. Un groviglio quindi di contraddizioni dentro cui però qualcuno intravvede il terrore della scuola pubblica di farsi giudicare, glissando così, sia il rapporto trasparente con le famiglie, che hanno bisogno di sapere il valore dei figli, e sia la certezza delle capacità dei propri insegnanti.

Un gruppo nutrito di esperti sta puntando il dito contro le prove internazionali Pisa (provvede a stilare graduatorie fra i sistemi nazionali), che sarebbero un modo subdolo per plasmare le politiche educative in tutto il mondo, utilizzando test "notoriamente imperfetti" e incoraggiando i governi a cercare "soluzioni a breve termine" per scalare la propria classifica.