Censis, intonaci che crollano e amianto: Secondo l'ultimo rapporto sull'edilizia scolastica, in 24mila degli oltre 41mila istituti statali gli impianti (elettrici, idraulici, termici) non sono a norma o sono insufficienti di Monica Rubino, la Repubblica scuola 31.5.2014 ROMA - Intonaco che cade, finestre rotte, muri imbrattati, rubinetti che perdono, palestre malandate, aule sporche e sovraffollate. Edifici vecchi che avrebbero bisogno di una manutenzione urgente ma che tarda ad arrivare. Ma anche seri problemi strutturali. E' la fotografia dell'edilizia scolastica italiana scattata dal Censis. Secondo il quinto numero del "Diario della transizione", il rapporto appena pubblicato dall'istituto di ricerca socioeconomica, nel 58,5% degli edifici scolastici statali - 24mila su 41mila - gli impianti (elettrici, idraulici, termici) non funzionano, sono insufficienti o non sono a norma. Sono oltre 9mila le strutture con gli intonaci a pezzi, in 7.200 edifici occorrerebbe rifare tetti e coperture; 3.600 le sedi che necessitano di interventi sulle strutture portanti (tra queste mura 580mila ragazzi trascorrono ogni giorno parecchie ore) e 2mila quelle che espongono i loro 342mila alunni al rischio amianto. Edifici malandati anche perché vetusti: più del 15% è stato costruito prima del 1945, altrettanti datano tra il '45 e il '60, il 44% risale all'epoca 1961-1980, e solo un quarto è stato costruito dopo il 1980. Anche la manutenzione ordinaria è una priorità. Secondo i 2.600 dirigenti scolastici consultati, per il 36% degli edifici è prioritario avviare lavori di manutenzione straordinaria ma nella maggioranza dei casi (il 57%) l'esigenza è dare continuità agli interventi di manutenzione ordinaria. Nonostante il patrimonio immobiliare scolastico sia vetusto, in qualche caso ricavato da caserme o conventi, solo nel 7% dei casi si ritiene fondamentale la costruzione di un edificio più adeguato o il trasferimento della scuola in un'altra sede.
Il giudizio
(negativo) sugli interventi realizzati. Di lavori se
ne fanno pochi e quei pochi sono pure fatti male. Secondo le
valutazioni dei dirigenti scolastici, che hanno considerato la
qualità degli interventi realizzati in più di 10mila edifici
scolastici pubblici negli ultimi tre anni, sono più di un quarto le
strutture in cui sono stati effettuati lavori ritenuti scadenti o
inadeguati. Si tratta del 20,5% delle scuole in cui gli interventi
hanno riguardato l'abbattimento delle barriere architettoniche, del
22,5% degli edifici in cui sono stati realizzati lavori di
manutenzione ordinaria, del 32,8% delle opere di manutenzione
straordinaria, del 33,7% delle strutture in cui sono state
realizzate reti o introdotti servizi per la didattica digitale.
Ed è di pochi giorni fa la notizia che il
governo Renzi ha ottenuto lo
sblocco del Patto di Stabilità per finanziare
un grande piano di ristrutturazione delle scuole, che
prevede altri 7.000 nuovi interventi per un importo complessivo di
2.240 milioni di euro. Va meglio l'impiego dei fondi strutturali. Il Programma operativo 2007-2013 gestito dal Miur e relativo al Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale), attivo nelle regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, ha assegnato più di 220 milioni di euro a 541 scuole per interventi nell'ambito della sicurezza degli edifici, del risparmio energetico, per l'accessibilità delle strutture e le attività sportive. Accelerare le procedure. Per garantire la tempestività della manutenzione ordinaria e accelerare la realizzazione dei piccoli interventi necessari è stata prospettata recentemente la possibilità di dotare le scuole di un budget specifico. Il 54% dei dirigenti scolastici interpellati si dichiara favorevole, anche se il 45% condiziona tale eventualità alla semplificazione delle procedure per l'affidamento dei lavori. |