Pensioni Quota 96 scuola, traguardo vicino
ma con quali tempi e a quali condizioni?

Siamo vicini al traguardo per quanto riguarda la vicenda
dei 'quota 96' scuola, ma ci sono ancora interrogativi.

di Gigi Rovelli, The Blasting News 24.7.2014

I 'quota 96' della scuola sono abituati a vivere d'ansia, purtroppo, e sono ore di ansia e di attesa anche queste che precedono l'auspicata approvazione dell'emendamento al decreto della Pubblica Amministrazione che li riguarda direttamente. Più il tempo passa, però, più si accorciano i tempi sia per i docenti che dovranno presentare l'istanza all'Inps per accedere al trattamento pensionistico dal prossimo 1 settembre, sia per quanto riguarda la copertura dei 4000 posti che saranno lasciati vacanti. 

C'è da chiedersi se la strada intrapresa attraverso l'emendamento al decreto della Pubblica Amministrazione fosse effettivamente quella giusta o, se forse, non sarebbe stato più opportuno valutare un'altra soluzione.

 

Quota 96 scuola e riforma pensioni: si poteva scegliere un'altra strada?

Il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna ritiene che non sia stata importante o meno la scelta del presidente del Consiglio, Renzi, di includere la questione nel decreto PA: il ritardo è derivato principalmente dall'attesa per il benestare del Ministero dell'Economia per quanto riguarda le coperture finanziarie. Anche durante il governo Letta, era stato presentato un decreto per risolvere il problema dei 'quota 96' ma anche in quell'occasione fu il Mef a bocciare il provvedimento, per gli stessi motivi.

Problema risolto, dunque? Ancora non possiamo dirlo, perchè, purtroppo sino a quando non arriva l'approvazione non si può essere certi di ciò che accadrà in Parlamento: soprattutto in merito alla questione riguardante il Trattamento di fine rapporto, che il testo dell'emendamento vorrebbe posticipare rispetto ai tempi previsti.

Naturalmente, si tratterebbe dell'ennesima ingiustizia perpetrata nei confronti dei 'quota 96', che hanno protestato vivacemente e con parole 'grosse' per un diritto che verrebbe negato loro a titolo di 'beffa finale'. In merito all'eventualità di non far rientrare nel calcolo dell'assegno pensionistico le ultime due annualità lavorate, al momento, non ci sono conferme e quindi si dovrà attendere il contenuto del testo per verificare quale criterio verrà adottato in questo senso. 

 

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