Il Pd e la questione spinosa Malpezzi prospetta un concorso entro la fine dell'anno, ma... Tuttoscuola, 10.7.2014 Fa discutere l’intervista realizzata da GildaTv a Simona Malpezzi del Pd, componente della VII Commissione Cultura alla Camera, cui viene chiesto in che cosa consista la proposta del Partito Democratico di laurea abilitante secondo il modello 3+2 per la formazione degli insegnanti. La parlamentare spiega che il modello “allo studio” prevede i primi 3 anni di Università di carattere generale (nelle discipline che saranno oggetto dell’insegnamento) e i successivi 2 anni di specializzazione, per chi vorrà intraprendere il mestiere, dedicati alla pratica dell'insegnamento, che includeranno anche il tirocinio, assegnato a docenti senior all'interno delle scuole stesse. L’intervistatrice obietta alla parlamentare la spendibilità del titolo conseguito nelle sole scuole, e Malpezzi risponde: “Ormai nessuno ti dà più la garanzia che quello che tu studi ti dia poi lo sbocco professionale al quale tu aspiri”. E prosegue: “Quando uno ha la mente aperta, può ricollocarsi e riqualificarsi”, e quindi questo non è un problema. Segue poi la dichiarazione: “L’unica cosa certa è che già a partire dalla fine dell’anno, noi vorremmo bandire il nuovo concorso a posti, su tutto il territorio nazionale e per tutte le classi di concorso”. Viene poi ribadito che “il concorso è l’unica strada percorribile” per il ruolo (salvo poi proseguire, dopo, che si andrà avanti “con il 50 e 50, quindi non cambierà niente”). Ci permettiamo di puntualizzare che, da un lato, a fine 2014 il secondo ciclo dei Tfa non si sarà ancora concluso, e che, dall’altro, molte graduatorie per classi di concorso di diverse Regioni - per ritardi vari - avranno decorrenza solo dal 1° settembre 2014, che per il Testo Unico sulla scuola (Dl 297/1994) esse dovranno avere durata almeno triennale, e che la legge del 30 ottobre 2013, n. 125, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101 (conosciuto come DL D’Alia) richiede come condizione per il bando di un nuovo concorso, “l'assenza, nella stessa amministrazione, di idonei collocati nelle proprie graduatorie vigenti e approvate a partire dal 1° gennaio 2007”. Ovviamente, la legislazione di riferimento può essere mutata dal decisore politico, ma con quali tempi? Ci si chiede quindi a quale causa giovi fare dichiarazioni ufficiali di concorsi immediati, quando ne mancano le più elementari condizioni, almeno per tutte le classi di concorso e tutte le Regioni. Nel migliore dei casi, si corre il rischio di produrre un nuovo concorso destinato a originare molti - troppi - ricorsi destinati alla soccombenza per l’amministrazione, e a far prosperare chi ne promuove il patrocinio. Nel peggiore, di alimentare in molti aspettative che andranno puntualmente deluse, come già accaduto in passato. |