I prof sotto esame

Pasquale Almirante, La Sicilia 6.7.2014

Ha suscitato una violenta reazione da parte di docenti e sindacati la proposta fatta dal sottosegretario all'Istruzione, Roberto Reggi, relativa alla riformulazione dell'intero orario scolastico e allo stato giuridico dei prof. In breve, dice Reggi, sarà presentata al parlamento la richiesta di delega al governo per garantire alla scuola italiana parametri europei in linea coi risultati Ocse che finora hanno relegato la nostra istruzione a livelli troppo bassi. E siccome tutto deriva dai docenti è proprio da loro che bisogna partire. Come? Intanto aprendo la scuola dalle 7 del mattino alle 22, senza però dire come pagare il personale e le bollette, comprese le pulizie. Gli insegnanti che però volessero avventurarsi, sarebbero pagati di più e fino a un massimo di 36 ore a settimana di lavoro.

Proposta fumosa perché non si è capito se occorre fare didattica curriculare oppure opzionale su proposta del collegio, dei consigli di classe o del territorio che brulica di nulla facenti e di immigrati a digiuno di italiano. Ma dice pure che la scuola dovrà essere aperta in estate, lasciando solo un mese di ferie ai docenti che potranno dedicarsi a corsi di recupero e di potenziamento per gli alunni più deboli, senza tenere conto di esami di qualifica, di stato e di licenza e di compiti, registri, lezioni, riunioni ecc. Ma non solo. Ventila di affidare ai dirigenti la valutazione "interna" dei docenti e all'Invalsi quella esterna, in modo da premiare i meritevoli, come se il lavoro quotidiano in classe fosse una sorta di mercato dove si vende a peso, mentre non si tiene conto di quanto sia pericoloso dipendere dalle bizze di un preside che decide i buoni e i cattivi, i bravi e gli asini.

Idea pericolosa dunque. Tutto qui? Niente affatto. Per Reggi è importante togliere un anno alle scuole superiori e portarli a quattro, per adeguare il nostro sistema all'Europa (falso perché non è dovunque così) e soprattutto per risparmiare qualche miliardo di euro che potrebbe essere reinvestito in altro, come appunto per dare più salario ai docenti, i meno pagati, e questo è vero, e i più vecchi del mondo. Ma dice pure che si farà obbligo ai docenti di aggiornarsi periodicamente perché, mentre la scuola sta al palo, la società corre. Ecco, qui l'azzecca, perché è da oltre 20 anni che l'aggiornamento è volontario e quindi nullo.