Il Sud indietro su Pil, consumi, istruzione, Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 30.7.2014
Il Pil del Sud
è crollato nel 2013 del 3,5% confermando la flessione negativa,
mentre il Centro-Nord si ferma a -1,4%. Lo dice il Rapporto Svimez.
Il divario di Pil pro capite tra Centro-Nord e Sud nel 2013 è sceso
al 56,6%. Aumentano i Neet del 25%. Studiare non paga Delle 985mila persone che in Italia hanno perso il posto di lavoro, 583mila sono residenti nel Mezzogiorno. Un dato allarmante, da cui emerge che al Sud - pur essendo presente appena il 26% degli occupati italiani - si concentra il 60% delle perdite determinate dalla crisi. Nel 2013 sono andati persi 478mila posti di lavoro in Italia, di cui 282mila al Sud. I più colpiti sono stati soprattutto i lavoratori giovani under 34 e al Sud (-12% contro il -6,9% del Centro-Nord). Da segnalare inoltre nel 2013 l'aumento del tasso di disoccupazione. Quello ufficiale nel 2013 è stato del 19,7% al Sud e del 9,1% al Centro-Nord. Anche il lavoro femminile in decrescita. A fronte di un tasso di attività femminile medio del 66% in Europa a 28, se l'Emilia Romagna è perfettamente allineata con la media europea, le regioni del Mezzogiorno vanno peggio di Malta e della Romania (che registrano tassi di attività femminile rispettivamente del 50 e del 48,4%), scendendo fino al 38% in Puglia, al 37% in Calabria e Campania e al 35% in Sicilia. Nel 2013 chi non ha un lavoro stabile rischia di più di perderlo: il 16,4% dei lavoratori che nel primo trimestre 2012 avevano un contratto di lavoro atipico, un anno dopo, nel 2013, erano diventati disoccupati (di cui il 12,8% al Centro-Nord e il doppio al Sud, 25,3%). Non va meglio nemmeno sul fronte dell'istruzione. Rispetto alla media dell'Europa del 75,3%, i giovani diplomati e laureati italiani presentano un tasso di occupazione di circa 27 punti più basso, pari al 48,3%.
Si rischia così
di alimentare, segnala lo Svimez nel Rapporto, che studiare non
paghi più. Dei 3 milioni 593mila giovani Neet (Not in education,
employment or training) nel 2013, aumentati di oltre il 25% rispetto
al 2008, il 47% è diplomato e l'11% laureato. Dal rapporto emerge in particolare che negli anni di crisi 2008-2013, il calo cumulato della spesa è stato al Sud del -14,6% per i consumi alimentari, a fronte del -10,7% del Centro-Nord. Vestiario e calzature nel Mezzogiorno hanno segnato -23,7%, quasi il doppio che nel resto del Paese (-13,8). Significativo e preoccupante anche il crollo della spesa delle famiglie relativo agli altri beni e servizi, che racchiudono i servizi per la cura della persona e le spese per l'istruzione: -16,2% al Sud, tre volte in più rispetto al Centro-Nord (-5,4). Lo scorso anno i fissi lordi hanno segnato una caduta maggiore al Sud rispetto al Centro-Nord: -5,2 rispetto a -4,6%. Dal 2008 al 2013 in più sono crollati del 33% nel Mezzogiorno e del 24,5% nel Centro-Nord. Nel periodo 2008-2013 sono scesi addirittura del 53,4%, più del doppio rispetto al già pesante calo del Centro-Nord (-24,6). Male anche gli investimenti nelle costruzioni, con un calo cumulato del -26,7% al Sud e del -38,4 al Centro-Nord. Risultati negativi anche in agricoltura, con il Sud che perde il 44,6%, quasi tre volte più del Centro-Nord che si ferma a -14,5. Infine, nei servizi collegati all'industria -35% al Sud contro il -23% del Centro-Nord. |