Quota 96: sul pensionamento dei docenti la parola ora passa alla Ragioneria dello Stato

 Orizzonte scuola 29.7.2014

di Patrizia Del Pidio - Dopo l’approvazione dell’emendamento sul pensionamento dei Quota 96 della scuola, contenuto nel decreto legge sulla riforma della PA, la parola sul contenimento massimo delle 4mila unità passa alla Ragioneria dello Stato.

Il dossier dei tecnici del servizio bilancio di Montecitorio, di cui siamo venuti in possesso, infatti, in un’analisi approfondita delle coperture evidenzia che potrebbero esserci problemi sul limite massimo delle 4mila unità stabilite dal decreto. Già nel 2012 la Ragioneria dello Stato diede il suo parere negativo sul pensionamento dei Quota 96 del comparto scuola.

Oggi i tecnici del bilancio, riprendendo la relazione di allora, fanno notare che il punto debole del decreto potrebbe essere proprio l’aver fissato il limite massimo a 4mila unità, dove i potenziali beneficiari che dovrebbero usufruire del pensionamento potrebbero essere un numero nettamente maggiore.

I tecnici, secondo l’analisi effettuata, vorrebbero una conferma da parte del governo che le coperture finanziarie per i limiti di spesa prefissati, calcolati su una pensione media annua di 28mila euro ogni anno per ogni insegnante, siano idonee ad assicurare l’effettiva realizzazione di quanto approvato nell’emendamento riguardante i Quota 96.

Il problema che secondo i tecnici si potrebbe porre, inoltre, è quello di cercare di capire a quale platea realmente sia rivolta la possibilità di avvalersi del pensionamento con Quota 96: secondo i dati dell’INPS circa 9mila docenti avrebbero i requisiti per accedervi ma è da tenere presente che molti dei beneficiari sceglieranno di non avvalersi del diritto al pensionamento per la spinosa questione TFS (cui, sempre per effetto della legge Fornero, potrebbero accedere solo nel 2017).

La platea dei destinatari del pensionamento, però, potrebbe essere sempre superiore alle 4mila unità definite nel limite del decreto e tali unità dovrebbero essere scelte dall’INPS in base all’ordine di priorità, basandosi sul criterio che è dalla somma dell’età anagrafica e da quella contributiva al 31 dicembre 2012.

 Tutti coloro che, proprio in conformità a questo ordine di priorità, non dovessero rientrare nelle 4mila unità destinate al pensionamento Quota 96, potrebbero, a questo punto, avviare un contenzioso che potrebbe sfociare in pretese che sarebbero difficilmente contenibili all’interno del limite-spesa fissato inizialmente.

L’approvazione definitiva da parte del Senato potrebbe arrivare già in settimana, poiché da parte del mondo politico c’è accordo per portare i Quota 96 al pensionamento, anche se l’approvazione finale spetta, comunque, alla Ragioneria dello Stato e al ministro dell’Economia che potrebbero dare un freno all’emendamento a causa dei dubbi che persistono sulle coperture disponibili nonostante il presidente Boccia abbia assicurato che le risorse necessarie al contenimento della spesa ci siano.