Scuola futura/1.
Si può fare a meno dei libri di carta?

 TuttoscuolaNews, n. 645 21.7.2014

Non parliamo qui solo dei libri di testo (che sono peraltro una parte del tutto), ma dei libri in generale. Nei giorni scorsi si è appreso che la multinazionale delle vendite online Amazon ha lanciato un servizio – Kindle Unlimited – che offre per 9,99 dollari al mese (meno di otto euro) l’accesso a una biblioteca virtuale di oltre 600.000 titoli. E ci sono molte altre iniziative e progetti del genere, che rendono ormai disponibili milioni di titoli, in abbonamento e spesso anche a titolo gratuito.

Il destino del libro di carta è dunque segnato, come quello delle non poche riviste, specie a carattere scientifico, che vengono ormai pubblicate solo online? Molti resistono a questa prospettiva, ma ha senso in un Paese come l’Italia, dove tradizionalmente si legge assai poco, opporsi o fare mille obiezioni a questo trend, che appare irreversibile?

Si leggono in questi giorni dotte citazioni di personalità che mai avrebbero rinunciato a possedere fisicamente grandi quantità di libri, da Kant a Nietzsche, da Petrarca a Borges a Cechov. Si tratta, come si vede, di personaggi del passato pre-digitale, che non avevano alternative al libro di carta (o di pergamena), personaggi dell’élite culturale del tempo.

Oggi la rivoluzione di internet mette a disposizione praticamente di tutti l’intero patrimonio culturale e di conoscenze tecniche accumulato dall’umanità. E iniziative come quella di Amazon rendono non necessario l’acquisto dei testi pubblicati online (anche se chi vuole può comprare gli e-book e farsi una biblioteca personale).

E’ questo il contesto nel quale va collocata anche la questione dei libri di testo digitali e online.