L’imbroglio nell’Invalsi e l’opinione dei docenti

Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 11.7.2014

Secondo l'Invalsi il fenomeno del "cheating" che significa imbrogliare, bluffare è una pratica adottata dai docenti per aiutare gli alunni alle prove. Tanti i commenti sulla nostra pagina Fb, ma rimane il mistero del motivo per cui tale "esercizio" sarebbe di più adottato al sud, anche se il nord non è del tutto esente

E ne abbiamo chiesto il motivo e per lo più, sulla base dei commenti su Facebook, si è capito che nella maggioranza dei casi il suggerimento ai ragazzi è un modo per snobbare un test ritenuto inutile, come dice Maria Luisa, Maurizio, Giuseppe, Gianna, Oscar (fatta la legge trovato l'inganno), Normanna (ci guadagnano solo gli imboscati Invalsi), Sara (che siano inutili se ne sono accorti anche dove sono stati dottati per la prima volta), Carmela, Rita (meglio come una volta), Maddalena (boicottarle aderendo agli scioperi), Rosanna, Lu Isa, Gianluca (tecnicamente dubbie e obsolete).

Pochissimi i sostenitori: Michela "utili per eliminare distorsioni e discrepanze nella valutazione. Non è possibile che nel liceo di una data città ci siano cinque 100 in una quinta classe, e non come caso eccezionale, in altri contesti territoriali analoghi un solo 100 in tutto l'istituto"; Mary: "come vi siete accorti di questo bluff? Il nord è sempre più avanti combinazione, ma poi i migliori professionisti sono del sud: chissà perché?"

Paola invece sostiene che il "cheating" sia una forma di protesta anche nei confronti "del tempo speso ad inserire al computer quei dati, in un mese così impegnativo come maggio....

E poi una prova unica per tutte le tipologie di scuola non ha senso. Infine eviterei polemiche nord-sud".

Ma subito dopo si passa alla critica verso la classe dei docenti italiani: "è la peggiore del mondo" per Marcello, ma sarebbe "la migliore del mondo" per Salvatore, mentre per Giovanna "è forse la meno "addomesticabile". Lorella invece è chiara: "come mai il "cheating" si "verifica soprattutto in quelle 3 regioni? Grazie ai concorsi truccati e alle lauree comprate".

Di uguale avviso, ma più determinata, Tiziana: "una parte della classe docente andrebbe ... eliminata! Le mele marce vanno tolte, altrimenti fanno marcire piano piano tutte le altre"; ma non suggerisce come "andrebbe eleminata", non certo fisicamente, vogliamo sperare.

Favorevole alle prove Invalsi pochissimi nostri lettori su Fb: Carmen: "Le prove Invalsi sono un modo, certamente parziale, ma intelligente di valutare gli apprendimenti dei nostri ragazzi. Io insegno italiano e le trovo ben costruite. Con tanto lavoro dietro. Se i docenti non credono alla validità di questi test non dovrebbero temerle. Ma il teatcher cheating mi fa capire il contrario"; e Michela: "se ben concepite rappresentano, ad oggi, l'unico tentativo di pervenire a valutazioni obiettive e unificate. La discrezionalità nella valutazione tra scuola e scuola, città e città rimarrebbe sempre troppo ampia".

Come si vede il dibattito, ancora del tutto parziale sulla nostra pagina Fb, non ha però centrato la domanda capitale: perché, secondo i nostri lettori, gli aiutini da parte dei professori agli alunni alle prove Invalsi primeggiano soprattutto al Sud? Non ci serve per farne statistiche, ma solo per capire la tendenza generale.

Sicuramente ci piacerebbe sapere la loro opinione anche su un'altra domanda capitale: perché secondo loro il sud arranca sia nelle prove Invalsi e sia anche in quelle Ocse-Pisa?