L'esito dell'Invalsi

Pasquale Almirante, La Sicilia 13.7.2014

Gli esiti delle prove Invalsi continuano a dire che gli studenti del Nord corrono veloci, scavalcando perfino i loro compagni europei, mentre il Sud ristagna. Sul podio il Veneto con Friuli Venezia Giulia e Provincia autonoma di Trento; in basso come sempre Sicilia, Campania e Calabria anche se appare qualche segno di crescita. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, esulta e ringrazia i docenti, contrariamente al nostro Rosario Crocetta che sta zitto, non sapendo forse con chi prendersela, se col destino o con i professori o con il clima; sta di fatto che la nostra scuola arranca col solo merito dell'istruzione primaria, ex elementare, che è in linea coi polentoni. Quest'anno nelle prove Invalsi sono state coinvolte circa 13.200 scuole, oltre 122mila classi e quasi due milioni e 300mila studenti, tra bambini e ragazzi di II elementare, V elementare, III media e II superiore. Il vulnus in ogni caso, più che riguardare la scuola ex media, che una letteratura alquanto diffusa definisce l'anello debole, investe gli istituti secondari di secondo grado che precipitano, con «risultati tra i più bassi in assoluto e significativamente al di sotto della media italiana». Malissimo anche gli istituti professionali, che restano il vero buco nero, con livelli di preparazione bassissimi e altissime percentuali di dispersione.
Il rapporto evidenzia inoltre una scarsa abitudine alla geometria, mentre al Sud è stato rilevato il fenomeno del "cheating", cioè l'aiutino che i professori elargiscono, benché bisognerà aspettare settembre per avere la mappa precisa di ciascuna scuola, per permettere ai dirigenti di valutare la propria scuola, anche all'interno del contesto socio
-culturale in cui si opera. Un 10% delle scuole con le rilevazioni più basse riceverà risorse attraverso progetti ad hoc, che è una sciocchezza se non si incentivano i prof, mandando i più motivati ed esperti là dove occorre. Una parola di conforto tuttavia viene dalla ministra, Stefania Giannini, per la quale sarebbe stato meglio prima formare i professori e poi implementare i test, mentre punta tutto sull'autovalutazione «che sarà applicata da settembre in tutte le scuole insieme con un sistema di ispezione, cioè di valutazione esterna, per capire i punti di forza e di debolezza, e quindi rafforzare i primi, e demolire i secondi». Il problema però, gravissimo, ancora resta: la scuola siciliana è scarsa ma come è scarso tutto il resto, compreso il cemento per i ponti.