Bisogna fare emergere
il lavoro sommerso degli insegnanti

Lucio Ficara, La Tecnica della Scuola 29.7.2014

Nel Paese dove nulla o poco emerge e tutto resta profondamente vincolato nel fondo, bisogna fare emergere il lavoro sommerso degli insegnanti. Così come hanno fatto con la “Concordia” in quello spettacolare lavoro ingegneristico di emersione del relitto, è auspicabile che ciò venga fatto anche per il lavoro quotidiano, e per nulla noto all’opinione pubblica, degli insegnanti della scuola.

Paragonare l’emersione della Concordia all’emersione “figurata” del lavoro sommerso dei docenti è una figura retorica che rende bene l’idea. In buona sostanza le 18 ore di lavoro degli insegnanti della scuola secondaria sono soltanto la punta di un iceberg, che nasconde la montagna di lavoro sotto il mare. Ma quanto lavoro c’è dietro quelle 18 ore di lezione frontale?

Esiste un certosino lavoro di preparazione alle lezioni, di organizzazione al lavoro didattico, di preparazione delle verifiche, di correzione delle stesse, di corsi di formazione e aggiornamento e tanto altro ancora. Ma di cosa stiamo parlando? Di ciò che non si vede, ma che c’è e questo lo sanno bene gli studenti e le famiglie che sono i primi giudici del lavoro del docente. Una lezione in classe non si improvvisa all’istante, ma ha un percorso pensato, studiato, approfondito, che costa sacrificio e tempo anche al docente anziano ed esperto. Tra gli articoli del contratto collettivo nazionale della scuola questo importante tempo che gli insegnanti  dedicano alle proprie classi è menzionato ma non è quantificato in ore settimanali. Sarebbe giusto usare il bilancino per pesare queste quantità temporali in vere e proprie ore settimanali di servizio, in modo che nessuno possa dire che gli insegnanti lavorano poco, anzi pochissimo.

Si parla con eccessivo disprezzo e senza conoscere il valore della professione docente, del fatto che gli insegnanti lavorano solo 18 ore settimanali  e di conseguenza è ritenuto giusto che siano pagati poco e non considerati socialmente. Ebbene è un’enorme falsità! Gli insegnanti lavorano molto, moltissimo e con grande responsabilità. Lavorano tanto quanto i magistrati, i medici e i dirigenti della pubblica amministrazione, e pur essendo plurititolati guadagnano meno della metà di queste categorie.

Perché? Manca totalmente il prestigio sociale che si è ridotto a meno di nulla, a causa del luogo comune del docente che lavora solo 18 ore alla settimana per sole 33 settimane l’anno e per cinque giorni la settimana, e gode perfino di 3 mesi di vacanza all’anno. Falsità e bugie immerse nei fondali marini così come la fiancata della Concordia. Adesso basta! bisogna fare emergere il lavoro sommerso degli insegnanti, e si scoprirà che fare il magistrato, il medico o l’insegnante è la stessa cosa a livello di tempo quotidiano dedicato alla professione. Scopriremmo anche che gli insegnanti sono impegnati già 36 ore alla settimana e che è un dovere morale fare emergere quella metà di orario di lavoro sommerso.

Visto che si parla tanto di aumento dell’orario di servizio dei docenti, da parte di chi  non sa nemmeno cosa significa svolgere l’attività di insegnante, allora sarebbe giusto che per prima cosa si ridefinisse e portasse  a piena  trasparenza tutti i carichi di lavoro effettivi dei docenti, oltre le attuali 18, 22, 25 ore settimanali d’insegnamento frontale.

Tale trasparenza sarebbe doverosa e anche possibile, così come si è riusciti a fare emergere il relitto della Concordia, allo stesso modo, attraverso l’emersione del lavoro sommerso dei docenti, è possibile rimettere in pista quel relitto di professione che è quella dell’insegnante, incominciando così a restituirgli la dignità che merita e il prestigio sociale che gli spetta.