L’ombra lunga del ‘senza oneri per lo Stato’/1. Berlinguer, 14 anni dopo, cambia idea? TuttoscuolaNews, n. 642 7.7.2014 La questione del finanziamento del sistema nazionale di istruzione è tornata di stretta attualità dopo il recente convegno dell’associazione Treellle ad essa dedicato ("Scuole pubbliche o solo statali?", Roma, 25 giugno 2014). A far discutere non è tanto la battuta del ministro dell’istruzione Stefania Giannini sulle scuole paritarie ("Se in Italia le scuole non statali dovessero chiudere tutte insieme domani mattina, lo Stato dovrebbe mettere sul piatto 6 miliardi di euro") quanto la riapertura del dibattito sulla parità e sul superamento della preclusione costituzionale verso il finanziamento delle scuole non statali che acquisiscono lo status di ‘scuole paritarie’. A prendere in considerazione questa prospettiva è stato, nel suo intervento al citato convegno, lo stesso ex ministro della PI Luigi Berlinguer, promotore di quella legge n. 62/2000 sulla parità che pur riconoscendo la natura di servizio pubblico dell’attività svolta dalle scuole paritarie aveva anche ribadito l’interpretazione restrittiva dell’art. 33 comma 3 della Costituzione ("Enti e privati hanno diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato"). Un compromesso (sì alla parità giuridica, no a quella economica) durato 14 anni che, alla luce di quanto ora affermato da Berlinguer ("La libertà di educazione è un diritto, non una concessione dello Stato"), potrebbe essere superato realizzando un maggior equilibrio, dal punto di vista dei costi a carico delle famiglie, tra scuole statali e scuole paritarie. Iniziando magari, in via sperimentale e comunque graduale, come propone Andrea Ichino, con l’ammettere al finanziamento diretto, con una sorta di grant (qualcosa più del buono) che copre tutte le spese, quelle scuole, statali e paritarie, che si assumono la responsabilità e il rischio di gestire in regime di autonomia rafforzata (didattica e organizzativa, fino alla scelta degli insegnanti) progetti innovativi i cui risultati possano essere valutati con parametri di indiscutibile oggettività. |