La
sintesi di Terrasini Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 7.7.2014
Quando è
troppo è troppo e le parole si sono sprecate, durante la tre giorni
del Pd a Terrasini, dal 4 al 6 luglio scorsi, anche se la dialettica
hegeliana, cara ai marxisti e quindi all'ex Pci, potrebbe pure dare
buone prove esemplari di democrazia E perché no, visto che di dogmi le fosse son piene, e allora: credere nelle virtù taumaturgiche del presidente del consiglio diventa un atto di fede, non di autodafè che riguarda il burnout; e poi obbedienza nelle sua decisioni, mentre l'ora delle riforme attese da decenni batte solenne nell'orologio della storia d'Italia; il combattimento poi già lo conosciamo ed è quello che ogni giorno ci è imposto dalla condizioni generali della vita e lo conoscono pure i docenti, ma quando sono a scuola, sotto l'imperio di tutte le incombenze che cascano sulla cattedra per decisione ministeriale, del dirigente, dei ragazzi, delle famiglie e perfino talvolta del personale che per una fotocopia ti fa stirare il collo. La sintesi dunque delle tre giornate "terrasiniane"? Se verrà, ci auguriamo che non sia troppo diversa dalla sintesi elaborata e uscita dai gruppi di lavoro che si sono confrontati sui temi che da anni, troppi anni, affliggono la scuola. E siccome, crediamo, che ci sia sempre qualcosa che si interpone fra terra e cielo, e che il fiume più è impetuoso più i guadi sono azzardati, bisognerà sempre attendere i costruttori di ponti, i "pontifex, e in questo nostro caso il "pontefice toscano". È lui, viene sempre ripetuto, a rappresentare l'ultima spiaggia, l'ultimo baluardo per la riconquista dei valori italici, come lo fu Arminio a Teutoburgo o Toro Seduto a Little Bighorn. Gli sguardi dunque sono rivolti ancora verso gli acquartieramenti renziani, in attesa delle sintesi delle sue trombe e nella speranza ulteriore che non si pongano in antitesi con le campane del popolo della scuola, più aduso tuttavia alle campanelle tra un'ora e l'altra di lezione. |