Quota 96: l’incertezza genera
l’ansia dell’emendamento

Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 28.7.2014

Sul blog di "Quota 96" si accende l'ansia, scaturita da comprensibile panico di un'ulteriore "fregatura": ma siamo sicuri? E i promotori del Comitato: ragazzi (si fa per dire), sereni e pensiamo positivo. Ma l'attesa è "il nero su bianco", mentre l'emendamento 3bis rilascia timore. Al presidente della Commissione bilancio, Boccia, l'ultima parola

E per sedare gli animi, viene subito pubblicato il comunicato di Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei Deputati: "Bene il ministro Madia e la commissione Affari Costituzionali nel dare il via libera all'emendamento Ghizzoni sui cosiddetti quota 96 della scuola, eccellente risultato finale dopo il lavoro congiunto e unitario di ben tre commissioni parlamentari Bilancio, Cultura e Lavoro sintetizzato nella risoluzione Saltamartini col voto di tutti i gruppi parlamentari. Siamo riusciti nel Decreto PA a sanare le ferite aperte di un'intera generazione di insegnanti, risultato purtroppo di un confronto che, al tempo della Fornero, fu negato soprattutto da chi antepose il risparmio riveniente dalla riforma su tutto e tutti, anche davanti ad errori macroscopici che il PD aveva denunciato per tempo. Il risparmio complessivo della riforma Fornero resta un grande risultato politico che potrà essere compreso ancora meglio quando saranno scomparsi dal panorama della discussione politica i diritti negati a causa di quegli errori evidenti. Quello dei Quota 96 è uno dei più emblematici. Il lavoro approvato da tutti i gruppi parlamentari in prima commissione, e fatto proprio dal governo Renzi, consentirà a quasi 4 mila giovani insegnanti di coronare il loro sogno di ingresso a tempo indeterminato nella scuola. Adesso andiamo avanti con il nostro lavoro perché è sui problemi di natura quotidiana che la politica è chiamata a dare ogni giorno risposte concrete".

Il presidente Boccia, fra l'altro, è stato fra coloro che, insieme a Ghizzoni e Bastico, hanno da sempre creduto in questa giusta lotta per l'affermazione di un diritto.

E infatti, sottolinea nel blog il prof. Giuseppe Grasso, tra i fondatori del comitato "Q96", che nelle parole di Boccia non compare nulla di "velleitario o di propagandistico e che è anzi una precisa denuncia dell'errore non sanato commesso dalla riforma Fornero. Boccia ci sta dicendo che ce la faremo. Non è un caso che lo abbia messo, significativamente, nella home del suo sito personale".

Inoltre, scrive sempre Grasso, significative sono le sue parole su tweet: "Sono 416 mil. in 5 anni coperti da tagli di spesa. Corretto un errore grossolano di una riforma necessaria".

Ancora dubbi, dunque?

Uno in modo particolare improvvisamente si è messo a serpeggiare e riguarda l'emendamento 3bis, con cui si ripristina la quota di pensione retributiva per le insegnanti che, trovandosi nella stessa situazione dei lavoratori di Quota 96, hanno optato (nei due anni passati) per il pensionamento con opzione puramente contributiva.

"La modifica introdotta", si dice infatti nel blog, "rischia di pregiudicare la copertura finanziaria dell'intero emendamento e, dunque, la soluzione del problema di Quota 96. Infatti i fabbisogni finanziari complessivi, indicati al comma 4, sono quelli individuati per l'intervento su Quota 96, che non comprendono i fabbisogni aggiuntivi per l'intervento di cui al comma 3bis (integrazione della pensione delle insegnati già in pensione con trattamento contributivo). Questa circostanza potrebbe essere sfruttata dalla Ragioneria per opporsi all'approvazione dell'emendamento su Quota 96 facendo leva sulla sottostima del fabbisogno finanziario indicato nel provvedimento".

Per questo bisognerebbe "chiedere che dal provvedimento messo a punto in Commissione Affari Costituzionali venga rimosso il comma 3bis. Il comma in questione determina l'estensione del trattamento pensionistico di cui al comma 1 al personale della scuola che, avendone i requisiti, è nel frattempo andato in pensione con l'opzione contributiva. Tale comma, però, presenta due elementi di evidente incostituzionalità. Il primo deriva dal fatto che esso determina una disomogeneità di trattamento nella erogazione del TFS tra il personale della scuola che beneficerà dell'intervento pro Quota 96 (che riceverà il TFS secondo la tempistica del pensionamento con la normativa Fornero) e le docenti andate in pensione con l'opzione contributiva (beneficiarie di un TFS erogato in tempi più brevi).

Il secondo elemento di incostituzionalità deriva dal fatto che il provvedimento di pensionamento del personale della scuola di cui al comma 1 si applica senza condizioni al personale femminile già andato in pensione con l'opzione contributiva, mentre è limitato al numero massimo di 4000 lavoratori per il personale che, trovandosi a suo tempo nelle stesse condizioni delle colleghe che hanno poi scelto l'opzione contributiva, sono rimasti al lavoro. Si potrebbe avere così il paradosso che un lavoratore che, nella graduatoria propedeutica al pensionamento (di cui al comma 2), occupi la posizione 4001 venga escluso dal beneficio dell'emendamento in corso di approvazione, mentre una collega che, per punteggio occuperebbe la posizione 4003 ma che ha esercitato l'opzione contributiva, possa invece beneficiare dell'emendamento, non essendo assoggettata al vincolo del numero massimo dei beneficiari".

Se per un verso la riflessione è valida, dall'altro tale platea non dovrebbe poi essere tanto estesa (poche decine?) e quindi non dovrebbe generare gravi disfunzioni e ulteriori ingiustizie, anche se, ancora una volta, si tocca con mano che per garantire privilegi "singolari" si passa sopra il "plurale", visto che l'emendamento in questione andrebbe a salvare, si ventila sul blog, qualcuno molto vicino a un parlamentare.

In ogni caso è diffusa convinzione che Boccia saprà apportare, se potrà, le correzioni dovute in sede di commissione Bilancio, mentre si fa presente, all'interno del vivace dibattito sul blog, che l'obiettivo principale era il superamento della legge Fornero e il ripristino di un diritto.

C'è comunque da sottolineare che il personale della scuola, avvinghiato nelle tracotanti spire delle legge Fornero sulle pensioni, ne ha subite tante da più due anni e da più due anni è stata loro mostrata, con troppa sicurezza e ammiccamento, l'Itaca ubertosa della pensione, senza però consentirne l'approdo.

Adesso, scrive il prof Grasso, "avanti tutta fino all'approvazione in Aula!"