Al via l'aggiornamento delle graduatorie,
622 mila gli aspiranti insegnanti

 di Corrado Zunino, Repubblica La scuola siamo noi 23.6.2014

Oggi si inizierà ad aggiornare le graduatorie della scuola, la cosa più complessa dell'intera scuola italiana. Il cuore dei suoi problemi. Le graduatorie sono quelle degli insegnanti, dalle scuole materne ai licei classici, e dicono da una parte chi entrerà in ruolo e dall'altra chi potrà fare le supplenze.

Bene, il nuovo aggiornamento - oggi, giorno di chiusura delle iscrizioni - ci dirà che gli aspiranti maestri-professori italiani non ancora in cattedra sono 622 mila. Sì, 622 mila. Seicentoventiduemila sono più del numero dei quattordicenni che stanno provando l'esame di terza media, più degli abitanti di Genova, la sesta città d'Italia. Seicentoventiduemila sono più dell'un per cento della popolazione italiana. È un numero impressionante di persone che chiede ospitalità alla scuola, o in alcuni casi ha chiesto alla scuola perdendo poi ogni speranza e mettendosi a cercare altro. E la possibilità di guadagnare uno stipendio certo e di mostrare a una classe di bambini o pre-adulti tutto quello che hanno imparato loro, gli aspiranti insegnanti, in trent'anni di scuole.

È una richiesta, quella di insegnare, che è sempre cresciuta dal dopoguerra a oggi e che negli ultimi vent'anni ha trovato ingressi sempre più strozzati. L'ex ministro Francesco Profumo, primo di una serie di rettori universitari alla guida della scuola italiana, aveva provato ad allargare quel muro con il concorsone pubblico che tornava dopo tredici anni di rinvii e svecchiava le assunzioni, ma l'esperienza del governo Monti durò poco più di un anno e i rettori - le rettrici - che sono arrivati dopo in viale Trastevere non hanno dato continuità ai bandi pubblici. In una discontinuità di scelte, che è un altro grande male di una scuola italiana bisognosa invece di certezze, ogni sei mesi si cambiano le carte delle graduatorie e si creano nuove code, nuove cancrene.

Guardiamole dentro queste classifiche di accesso all'aula. Seguendo i dati forniti dal Miur, le famose Graduatorie ad esaurimento provinciali (le storiche Gae, chiuse per sempre, destinate a un lento esaurimento in una decina di anni) per il triennio 2014-2016 ospiteranno 154.398 abilitati. Da qui si attinge per metà delle assunzioni, l'altra metà arriva dai concorsi (in questi mesi, tuttavia, fermi). Poi ci sono le graduatorie d'istituto, e da lì si attinge per le supplenze. Si stanno chiudendo, appunto, le iscrizioni e nelle prossime settimane i dati saranno fermi. Nella prima fascia sono inserite le stesse persone delle graduatorie a esaurimento, che quindi hanno priorità sia per la cattedra che per le supplenze. Il numero massimo dovrebbe corrispondere - il condizionale è dello stesso ministero, consapevole dei propri limiti statistici - a quello delle graduatorie provinciali: 154.398 candidati. Nella seconda fascia di istituto (gli abilitati non inseriti nella graduatoria a esaurimento provinciale) agli inquilini del precedente triennio (9.502 aspiranti) si aggiungeranno ben 121 mila neoabilitati, portando la seconda fascia a quota 130.000. Questo dato si stabilizzerà nei prossimi giorni. Poi c'è la terza fascia di istituto (i non abilitati/laureati). Qui l'ultimo numero analizzabile è quello del triennio precedente: 337.458 in attesa. Aspettando le integrazioni, tutte le leve (alcune in avanti con gli anni) che chiedono l'arruolamento nella scuola è superiore alla cifra di 620 mila. Ben sopra il mezzo milione citato più volte dal ministro in carica, Stefania Giannini.

Per dire dell'attrazione ancora forte dell'insegnamento in Italia, per il secondo ciclo del Tirocinio formativo attivo (Tfa) ci sono 147 mila domande per 22mila posti: solo uno su sette ce la farà. E al termine del percorso abilitante, come ricorda il sindacato Anief, il sopravvissuto scoprirà che l'abilitazione non gli servirà per entrare nel doppio canale di reclutamento che permetterebbe di insegnare con continuità aspirando all'assunzione in ruolo. "Lo Stato deve permettere a migliaia di professionisti di fare quello per cui hanno studiato, sono stati selezionati nelle nostre università. Solo in Italia si invecchia sognando un posto da insegnante che ormai arriva over 40", dice Marcello Pacifico, segretario dell'Anief.

Sono un partito, gli aspiranti insegnanti italiani, davvero grande. Tre volte tanto Scelta civica, per dire. Se votassero tutti dalla stessa parte, sposterebbero più del due per cento dei consensi. Colpisce che la politica non se ne sia ancora accorta.