La scuola pubblica:
La fragilità è delle cose belle e preziose, Liana Pastorin, La Stampa 19.6.2014 Gli architetti italiani (CNA) ringraziano il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini perché “finalmente il tema dell’architettura ed il suo essere al servizio della società civile per rispondere ai bisogni dei cittadini entra nelle scuole e viene proposto agli studenti come tema di riflessione nella loro prima prova d’esame”. Anche quest'anno scolastico sta volgendo al termine, tra gli esami per la licenza media inferiore e quelli delle superiori e le partite dei mondiali di calcio in Brasile. A ciascuno le sue ansie. Da una parte studenti, docenti e famiglie, dall'altra giocatori, allenatori e supporter. In comune hanno una partita da giocare e uno spazio in cui disputarla. La sostanziale differenza è che ad ogni mondiale di calcio si costruiscono nuovi stadi come dimostrazione di buona salute economica e promessa di crescita locale - una bugia che sovente nasconde disagio sociale, abusi, scorrettezze - mentre gli edifici scolastici non conoscono rinnovamento sostanziale eppure dentro le scuole cresce il nostro patrimonio umano e intellettivo. In questa tornata degli esami di maturità tantissimi studenti hanno scelto la traccia che chiedeva di immaginare la città del futuro, osservando e comprendendo il valore delle periferie, passando dalle parole dell’architetto Senatore Renzo Piano “Siamo un Paese straordinario e bellissimo, ma allo stesso tempo molto fragile. È fragile il paesaggio e sono fragili le città, in particolare le periferie dove nessuno ha speso tempo e denaro per far manutenzione. Ma sono proprio le periferie la città del futuro, quella dove si concentra l’energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli. C’è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee. [...]” . Sarebbe bello e certamente istruttivo per decisori e progettisti leggere che cosa sognano i ragazzi e quanto sia effettivamente realizzabile. Sicuramente potrebbe essere utile al team di Renzo Piano. Una maestra di scuola elementare mi ha chiesto perché non si costruiscono gli stadi con elementi tipo Lego, facili da assemblare, facili da smontare per avere i pezzi per costruire nuovi edifici, magari delle scuole…. Difficile convincere le persone che grandi eventi e grandi opere non portino solo sciagura nel nostro Paese, eppure, al festival Architettura in Città, che si è chiuso lo scorso14 giugno, l’architetto Stefano Boeri rimetteva l’accento proprio là dove deve stare: “le grandi infrastrutture hanno fatto crescere l’Italia, ma esse non sono solo quelle immense che occupano uno spazio gigantesco: la più grande e straordinaria infrastruttura sociale di questo paese è la scuola pubblica, che è ovunque, è patrimonio diffuso e su di essa deve investire il Governo”. Le promesse vanno mantenute. |