Marco Rossi-Doria:
dare giudizi ma senza bocciare

Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 29.6.2014

Partendo da dibattito in corso in Francia, l'ex sottosegretario all'istruzione, Marco Rossi Doria, avvia una riflessione sulla nostra scuola

Il voto numerico, scrive Rossi-Doria su La Stampa, è un modo, anche abbastanza grossolano, per segnalare cosa un alunno sa o non sa e cosa dovrebbe fare e se è in grado di apprenderla. Voto che nasce da "prove rigide, con i docenti a fare medie aritmetiche estenuanti su ogni item di sapere, fino ai decimali e poi o bocciati o promossi". A questo punto la questione centrale è: se la paura della bocciatura sia davvero la leva più utile per apprendere.

"Quasi tutte le scuole psico-pedagogiche – anche grazie a estese ricerche, ripetute nel tempo e in ogni cultura – pensano il contrario. Noi bocciamo i più piccoli molto di meno dei francesi: 0,2 % alla primaria, 4,3% alle medie. Ma – attenzione! - ancora l'11,8% alle superiori. E bocciamo soprattutto durante la crisi adolescenziale (15-16 anni) e nelle aree del Paese più povere e povere d'istruzione. E la maggior parte di chi viene bocciato entra a fare parte del 17,8% di ragazzi che ritroviamo a 25 anni senza diploma né qualifica professionale; che hanno rare occasioni di recuperare, che faranno lavori con bassi contenuti di sapere o rimarranno inoccupati, con grave danno per loro, per lo sviluppo economico che è fondato sulle conoscenze, e per la coesione sociale".

È vero, dice l'ex sottosegretario, che la scuola ha bisogno di quelle rigidezze e di quelle prospettive che tutti chiediamo, ma "non sarebbe meglio strutturare il sistema di conoscenze e competenze richieste per livelli, raggiungibili a scuola o anche dopo la fine della scuola senza dover per forza bocciare? Insomma, è possibile pensare a una scuola che abbia un sistema di bilancio partecipativo e di rigorosa certificazione delle effettive competenze sulla base del quale Francesca o Françoise sanno a quale facoltà o programma di apprendimento successivo andare con quanto già sanno o a quale potere andare solo se recuperano quel che non sanno? Ne vogliamo parlare anche noi?"

E parliamone, verrebbe di rispondere a Rossi-Doria, ma di fronte alle altre urgenze (precariato, classi pollaio, mancanza di risorse e di aggiornamenti, vecchiezze di personale, edifici cadenti, concorsi-bailamme e chi più ne ha più ne metta compresi stipendi, contratti, normativa ecc.) i problemi sollevati in Francia appaiono come le discussioni della Castalia hessiana.