Renzi: entro luglio “sblocco l’Italia”

Pasquale Almirante La Tecnica della Scuola 1.6.2014

Nelle intenzioni del premier, Matteo Renzi, anche la riforma della Pubblica amministrazione. "Non ho timori sulle valutazioni della Commissione Ue". Al Festival dell'Economia di Trento anche la riforma elettorale: necessario il ballottaggio.

Il presidente del consiglio, Matteo Renzi, al Festival dell'Economia di Trento, organizzato da Tito Boeri, promette di sbloccare l'Italia: "ci sarà una cabina di regia del "sblocca-Italia" che "avrà un responsabile ad hoc". Ma ha pure detto: "La prossima settimana riparte la discussione sulla riforma del Senato e dopo l'approvazione in prima lettura torniamo alla legge elettorale".

La sintesi è quella spiegata fin dalle prime battute al suo intervistatore, Enrico Mentana: "O la politica gioca le sue carte, o la politica punta alto oppure nessuna misura economica ci salverà". E quindi l'affondo: "La madre di tutte le battaglie è il lavoro".

"Entro luglio farò un provvedimento che si chiama "Sblocca-Italia", che lascerà fare alla gente quel che vuol fare e consentirà di sbloccare interventi fermi da 40 anni". E poi rivolto ai sindaci, dai quali dipende anche l'edilizia scolastica e la messa a norma di tante scuole, dice: "domani scriverò a tutti i sindaci per chiedere di individuare sul loro territorio le questioni bloccate".

Quindi il premier spiega che entro 15 giorni i sindaci dovranno scrivere a Palazzo Chigi, indicando i problemi locali: "Dagli investimenti bloccati per l'imprenditore al sindaco bloccato dalla sovrintendenza, fino all'imprenditore straniero pronto ad investire a Milano se non avesse i permessi bloccati".

E a Palazzo Chigi sarà costituita una cabina di regia del 'sblocca-Italia' che "avrà un responsabile ad hoc".

"Non ho particolari timori sulle valutazioni che la Commissione deve fare. La vera questione è che cosa i governi immaginano della prossima Commissione Europea".

Riferendosi poi alla Pubblica amministrazione, sembra essere determinato alla sua riforma: "La riforma della pubblica amministrazione sarà in parte per decreto e in parte con un Ddl delega. Bisogna rovesciare il rapporto tra lo Stato e la PA, cambiare le regole del gioco".

E c'è anche un accenno al ministero della Semplificazione: "In un Paese come il nostro non basta il ministero per la Semplificazione. E noi non lo vogliamo. Bisogna semplificare tutti i ministeri".

Mentre per quanto riguarda la giustizia civile, afferma: "La giustizia civile sembra barbara, ma entro il 1 luglio avremo il disegno di legge delega e questa riforma".

Raramente tuttavia e per sommi capi, quando lo fa, il premier parla di scuola, mentre dalle parti della ministra Giannini ancora non si profilata una strategia complessiva sull'istruzione, tranne qualche anticipo che però è così volatile da farlo ritenere più un'opinione generale che un effettivo obiettivo politico. Sicuramente sulla scuola c'è troppa carne sul fuoco, benchè le cose che ci aspettiamo fermamente, e da quando soprattutto è cambiato il rapporto di forza nel Governo, siano poche ma detereminanti: risoluzione definitiva del precariato, riformulazione (ancora una volta purtroppo) del riordino della Gelmini, reclutamento dei docenti.

Se la scuola è un valore, come anche Bankitalia afferma, sarebbe importante che Renzi mettesse nella sua scaletta della tempistica anche l'istruzione e ci dicesse, magari insieme con la ministra Giannini, cosa intendono fare per risalire la china.