Ripetenze e dispersione scolastica. TuttoscuolaNews, n. 641 30.6.2014 Analizzando i dati delle bocciature (gli ultimi resi disponibili dal Miur, alla faccia degli “open data”, sono quelli di tre anni fa), emerge che negli istituti professionali la percentuale di studenti bocciati (5° anno escluso) è stata del 27,5% (e il tasso di abbandoni è vicino al 40%), mentre negli istituti tecnici ha sfiorato il 20% (tasso di dispersione intorno al 30%). Nei licei classici la percentuale di studenti non ammessi è stata del 5,3% (dispersione intorno al 19%), nei licei scientifici del 7,5% (dispersione al 22%) e negli ex-istituti magistrali del 10,8% (dispersione intorno al 25%). Il punto di maggiore criticità, come al solito, si è avuto nel 1° anno di corso con il 21,7% di respinti, corrispondente a oltre 130mila studenti non ammessi; nel 2° anno di corso è stato del 13,2% (quasi 70mila respinti), nel 3° anno del 12,6% (oltre 64mila respinti) e nel 4° anno del 10,6% (50mila respinti). Come è andata quest’anno? E come si concluderà ad agosto/settembre? Non si prevedono sostanziali cambiamenti, perché i criteri adottati non sono cambiati, né sono state messe in campo particolari azioni di prevenzione che possano aver fatto cambiare il risultato finale. Visti i numeri, proviamo ad approfondire le cause. Da che dipendono le bocciature? Da un modello pedagogico-valutativo tradizionalmente centrato sull’idea che gli studenti debbano necessariamente raggiungere determinati standard di apprendimento in una serie di discipline per essere ammessi all’anno successivo. Ed è dunque questa l’idea che va messa a nostro avviso in discussione, anche alla luce del più recente dibattito nei campi della psicologia dell’educazione, delle scienze cognitive e delle neuroscienze, teso a riconoscere e valorizzare la multiformità delle intelligenze. Non è un caso che anche in Francia, e non solo, sia in corso un vivace dibattito sull’opportunità di abbandonare il tradizionale modello valutativo centrato su conoscenze misurate con prove rigide, a scadenze fisse, fin già dalla scuola primaria. Di certo vanno pensate modalità che portino gli studenti a colmare in tempo le proprie lacune e che valorizzino i talenti dei giovani, dove ci sono, anche in presenza di altre lacune non del tutto colmate. Invitiamo a leggere il dossier (scaricabile gratuitamente a questa pagina: http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=33308) e a inviare i vostri commenti e le vostre proposte. |