Riforma PA: il ruolo unico
non riguarda i dirigenti scolastici

P.A. La Tecnica della Scuola 13.6.2014

Nella bozza del ddl, "Repubblica Semplice", è previsto anche che nei prossimi cinque anni ciascuna amministrazione riduca la spesa dell'1 per cento. Noi ai prepensionamenti.

Ci saranno però, dice la ministra della P.A. Marianna Madia, delle norme ad hoc per anticipare la pensione su base "volontaria" che saranno comunque inserite nella riforma. L'opzione "donna", ossia la possibilità per le lavoratrici di lasciare il lavoro a 57 anni con 35 di contributi accettando il più penalizzante calcolo contributivo dell'assegno previdenziale (presente del resto già nella legge Maroni) sarà estesa anche agli uomini e prorogata fino al 2018.

Per i dirigenti arriva il ruolo unico e l'abolizione della distinzione in fasce. Nel ruolo unico ci saranno tutti i dirigenti Pa, compresi quelli delle agenzie, degli enti non economici con esclusione solo dei dirigenti medici e di quelli scolastici.

L'accesso alla dirigenza avverrà in due modi: un concorso unico annuale e il corso-concorso. Chi entrerà con il primo meccanismo sarà assunto a tempo determinato e il contratto potrà essere trasformato in contratto a tempo indeterminato dopo tre anni e a valle del superamento di un esame. Chi invece entrerà con il corso concorso entrerà come funzionario e potrà diventare dopo quattro anni dirigente sempre dopo il superamento di un esame.

Le retribuzioni dei dirigenti saranno omogeneizzate. La retribuzione di posizione sarà al massimo pari al 30 per cento del totale, quella di risultato al 15 per cento. I premi annuali monetari potranno essere pagati al massimo al 10 per cento dei dipendenti. Pe i dirigenti i premi, come anticipato, saranno legati anche all'andamento del Pil.