In Italia la scuola non è ancora digitale

1 su 5 non è connessa a Internet e 1 aula su 2 non è cablata

  La Stampa, 13.6.2014

ROMA
L’era della scuola digitale non è ancora sorta in Italia. Nel nostro Paese infatti una scuola su 5 non è connessa a internet e un’aula su due, pari al 45,8% non è cablato ma non solo.Le lavagne interattive multimediali sono appena 69.813 e il tablet per uso individuale nelle classi sono ancora di meno, appena 13.650.  

È questa la fotografia della scuola digitale che ancora non c’è e che emerge dallo studio “Scuola 2.0 Innovazione dei modelli didattici e delle nuove tecnologie per la scuola del futuro” curato da Glocus, il think tank presieduto da Linda Lanzillotta.  

Lo studio è stato presentato e discusso in Senato da un pool di esperti del settore e che ha visto l’intervento del ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini. Insomma, i gap infrastrutturali e il ritardo culturale rendono in Italia la scuola digitale ancora un miraggio. Certo, sottolinea lo studio, un salto di qualità si potrebbe realizzare se le infrastrutture digitali verranno considerate al pari dei muri, banchi, sedie, e quindi essere finanziate con il piano di investimento per l’edilizia scolastica già deciso dal governo e se si punterà ad una forte azione per la formazione dei docenti.  

Lo studio infatti rileva che «non è solo un problema di mancanza di strumenti digitali», ma che occorre ripensare anche «il metodo di insegnamento» nell’era digitale. Un metodo, si legge ancora nello studio, che non abbia più paura, ma che piuttosto valorizzi «la strumentazione tecnologica disponibile oggi, potenziando al tempo stesso l’autonomia nello studio e la formazione di un autonomo profilo culturale». Va quindi insegnato ai ragazzi «come muoversi nel complesso mondo digitale», e come gestire «proficuamente e scientificamente l’enorme flusso di informazioni presenti nella rete». 

Il nostro Paese, rilevano i dati della Commissione europea, da una parte ha la più bassa disponibilità di accesso alla rete a banda larga, indipendentemente dal grado dell’istituto, d’altra parte la stessa Europa mette a disposizione, con il programma Horizon 2020 oltre 17 mld di euro, sui 70 mld disponibili per sviluppare l’industrial leadership ovvero sostenere maggiori investimenti in tecnologie chiave tra cui, sottolinea lo studio, quelle promosse per l’istruzione.  

«Ma se abbiamo i livelli di abbandono più alti d’Europa è anche perchè la scuola si allontana sempre più dagli studenti, non parla il loro linguaggio», spiega la presidente di Glocus, Linda Lanzillotta per la quale, quindi, «dobbiamo mettere in atto una serie di politiche perchè si sviluppi una consapevolezza nuova e considerare, finalmente, gli strumenti digitali come parte dei servizi essenziali della scuola, come l’acqua e la luce».  

L’esortazione di Lanzillotta è quella di fare «un salto di qualità nel metodo di insegnamento, perchè si sta allargando il gap tra docenti e nativi digitali». «Ecco perchè -osserva- anche un turn-over qualificato del corpo docente sarebbe auspicabile insieme ad una serie di policy che Glocus avanza per rimettere in moto la scuola digitale».