C’è merito e merito, Lucio Ficara, La Tecnica della Scuola 19.6.2014
Ma che significa davvero la parola merito ? Se è utilizzata nella
sua accezione di "mercede" offerta in cambio di una prestazione,
allora la parola non ci piace molto. Ma riflettendo profondamente su questa parola, bisogna dire che non sempre è considerata con l’accezione positiva, degna di veri ed autentici valori morali ed etici. Infatti dalla parola merito deriva il termine meretricio che si riferisce al mestiere più antico del mondo, dove la “mercede” è la ricompensa per la disponibilità a concedere una certa prestazione in un dato tempo, senza pensare al valore etico, morale e qualitativo del merito. Già dai tempi del decreto legge 150/2009, noto come decreto Brunetta, si richiede una valutazione dei dipendenti pubblici da parte dei Dirigenti, che dovranno individuare tra i loro dipendenti una certa percentuale di persone meritevoli di mercede o ricompensa. La domanda è: “Ma siamo proprio sicuri che i Dirigenti scolastici, sapranno individuare secondo l'accezione più nobile della parola merito, quei dipendenti veramente meritevoli ?”. Il problema dell’individuazione del merito, quello vero o per lo meno quello che pensiamo essere vero, lasciato alla singola discrezionalità autocratica di un dirigente scolastico, rappresenta un notevole problema che non ci convince per nulla. Se a decidere su temi così delicati ed importanti dovesse essere una singola persona, si rischierebbe seriamente che il merito possa diventare meretricio e la scuola pubblica vada definitivamente in malora. C’è merito e merito, bisogna avere la lucidità analitica di distinguere quello sano e buono da quello “immorale” e devastante. Non si può considerare meritevole chi è disponibile a restare a scuola 12 ore consecutive tutti i giorni. La disponibilità a sostare a scuola per l’intera giornata, di per sè non giustifica un avanzamento di carriera del docente, ci vuole ben altro. Al contrario potrebbe considerarsi meritevole il docente che cura molto bene la didattica e non è disponibile a permanere a scuola oltre l’orario canonico delle lezioni. Esistono docenti meritevoli per la loro eccellente didattica, che non amano intrattenersi a scuola a svolgere mansioni tipiche delle funzioni strumentali. Esistono invece insegnanti che soffrono di più lo stare in classe e sono disponibilissimi a svolgere attività di organizzazione del lavoro. La valutazione sui singoli docenti non è cosa semplice, perché bisognerebbe valutare l’insegnante a 360 gradi, tenendo conto di tutti i suoi punti di forza e delle sue criticità. Una cosa è assolutamente certa, questo non può essere fatto da una singola persona e non può essere deciso centralmente dal Miur. Siamo molto curiosi di sapere, dalla viva voce del ministro Stefania Giannini, quali saranno i criteri per valutare e valorizzare gli insegnanti e soprattutto chi sarà a farlo. Nella convinzione che c’è merito e merito, restiamo in attesa di comprendere quale tipo verrà premiato, nella speranza che dai gruppi di lavoro costituiti al Miur sulla valorizzazione professionale del personale della scuola siano tenuti in conto alcune delle riflessioni da noi espresse. |