Giannini: lavoriamo per un organico funzionale

Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 21.6.2014

All'allarme lanciato dai sindacati sulla diminuzione del personale, in contrasto con l'aumento degli alunni, la ministra Giannini risponde in maniera indiretta da Bologna, nel corso di un incontro: "Il tema dell'organico funzionale è per noi fondamentale".
Quanto siano credibili le parole del ministro Giannini sulla questione dell’organico funzionale è difficile dirlo.

"Il tema dell'organico funzionale è per noi fondamentale".

"Stiamo lavorando da due mesi a quello che abbiamo definito 'Il cantiere scuola' presso il ministero e nelle prossime due settimane metteremo insieme le proposte che sono emerse e faremo anche un'ampia consultazione nel mondo della scuola".

Giannini ha quindi precisato che c'è "l'idea di cercare di risolvere o nel prossimo decreto o in una legge delega, il tema dell'organico funzionale che è per noi fondamentale, poi vedremo quale sarà lo strumento più adeguato".

Come è per lo più noto, il cosiddetto "organico funzionale" fu disposto dal ministro Profumo, ma non partì mai per le consuete difficoltà finanziare, mentre l'obiettivo era quello di eliminare lo sdoppiamento fra organico di diritto e organico di fatto, svuotando quest'ultimo a vantaggio di un organico di istituto stabile.

In pratica si tratterebbe di dotare le singole scuole o le reti di scuole di un numero di insegnanti necessari per i successivi tre anni e in base a esso elaborare finalmente il piano dell'offerta formativa con certezza di risorse. Un organico insomma a disposizione delle scuole che avrebbe pure evitato nomine tardive, inghippi burocratici e nomine a tempo di supplenti.

Ma il problema è stato sempre quello della copertura economica, nella convinzione che i supplenti costano molto meno dei docenti di ruolo perché vengono assunti a settembre e licenziati a giugno, senza dover pagare loro le ferie estive, ma dimenticando che a sostegno di questi lavoratori interviene l'indennità di disoccupazione dell'Inps, cosicchè gli esborsi dello Stato non cambiano, almeno nel medio periodo.