Giudizi al posto dei voti Pasquale Almirante, La Sicilia 29.6.2014 In Francia il ministro dell'istruzione, Benoit Hamon, ha annunciato che sarà lanciata una grande consultazione di esperti per arrivare a un metodo nuovo di valutazione degli alunni. Si tratterebbe di abolire i voti di profitto e sostituirli con dei giudizi, come prima avveniva in Italia fino alla terza media, ma che poi la ministra Mariastella Gelmini abolì. Il ragionamento del francese tuttavia sembra politico e si rifà al "68, ma noi diremmo anche a don Milani e alla scuola di Barbiana, riesumando l'idea che i figli dei benestanti partono già avvantaggiati rispetto agli altri, mentre il principio di pari opportunità è frustrato proprio da una competizione aspra che vede sconfitti i ragazzi più deboli economicamente. E il voto è il segnale più evidente di questa disparità, perché sottolinea esiti scolastici dovuti ad altri fattori e non alle effettive capacità degli alunni. In Italia, in modo particolare, gli abbandoni e le dispersioni si registrano proprio nelle scuole di frontiera e nei quartieri dove più alte sono povertà e disoccupazione. Ma attenzione perché il fenomeno riguarda soprattutto la secondaria di primo grado e di secondo grado, mentre alla primaria, la fuga è molto contenuta, anzi è nella media europea. Se con l'età si acuisce la percezione del proprio stato sociale, bisogna però dire che cambiare il voto col giudizio poco influenzerebbe la valutazione e quindi la bocciatura o meno, mentre determinante potrebbe essere il capovolgimento della didattica, impostata non sulla verifica ma su altri parametri in cui venga qualificato il raggiungimento di obiettivi. La Francia fra l'altro improvvisamente si è accorta che un quinto degli alunni delle medie conosce poco l'ortografia, il 57% è stato bocciato almeno una volta e 130mila ragazzi abbandonano senza diploma né altri titoli scolastici. Quale potrebbe essere allora la soluzione? Forse incoraggiare gli alunni, aiutarli a capire da soli dove e come possono migliorarsi rispetto agli obiettivi didattici fissati, mentre il giudizio dovrebbe limitarsi a descrive gli apprendimenti e i progressi ancora da fare. In ogni caso, ad onere di cronaca, in una scuola Svizzera tale procedimento esiste, ma non ci sono né orari rigidi, né classi, né quaderni o lavagne: che è come dire un luogo senza scuola a cui manca l'insegnamento. |