I risultati dell'ultimo rapporto Ocse-Talis

Insegnanti italiani vecchi, motivati, frustrati

 Tuttoscuola, 25.6.2014

Qual è la condizione degli insegnanti italiani messi a confronto con i loro colleghi stranieri? È un’immagine fortemente contrastata quella che esce dall’ultimo rapporto Ocse-Talis (Indagine internazionale sull’insegnamento e apprendimento), una cui sintesi è riportata oggi sul sito del Miur.

L’indagine, condotta sugli insegnanti di scuola secondaria di primo grado, mostra in primo luogo che gli italiani sono soddisfatti del loro lavoro e della scelta professionale che hanno fatto (94% contro una media del 91%) e ritengono di saper portare i loro alunni a buoni risultati (98% contro 86%); ma nello stesso tempo lamentano una scarsa considerazione sociale per l’insegnamento e per il loro ruolo, motivo per molti di frustrazione (88% contro il 69% dei Paesi Talis, che però sale all’81% se ci si limita ai Paesi UE).

Un’altra caratteristica dei docenti italiani, dovuta in parte anche alla loro elevata età (6 anni più della media Talis), oltre all’alto tasso di femminilizzazione, è la loro propensione a utilizzare metodi tradizionali: l’80% sceglie l’interrogazione individuale di fronte alla classe come principale modalità di valutazione (la media Talis è del 49%).

Il fatto è che essi sono meno coinvolti dei loro colleghi di altri Paesi in attività di formazione in servizio (75% contro l’88%), pur avvertendone l’esigenza, soprattutto con riferimento alle nuove tecnologie.

Altra peculiarità della scuola italiana è l’assenza di una valutazione formale dell’operato dei docenti: solo il 30% dichiara di insegnare in scuole nelle quali esiste, per iniziativa del dirigente scolastico, “una qualche valutazione formale”, contro il 93% nei 33 Paesi oggetto dell’indagine Talis.