Andare all’asilo fa bene alla pagella Lo studio Ocse-Pisa e i vantaggi nell’apprendimento e nella socializzazione per i ragazzi che sono stati alla materna per più di un anno
di Francesca Borgonovi, ricercatrice
Ocse-Pisa,
Numerosi studi mostrano che la scuola dell’infanzia può promuovere
l’apprendimento e il benessere dei bambini, con conseguenze di lungo
termine sulle loro capacità di interazione con gli altri, di
perseguire obiettivi con successo e, in alcuni casi, sulle capacità
cognitive. Lo studio Ocse Pisa mostra che gli studenti 15enni che
dichiarano di essere andati alla scuola dell’infanzia per più di un
anno hanno risultati scolastici migliori dei loro coetanei che hanno
dichiarato di non essere mai andati alla scuola dell’infanzia. In
media, tra i Paesi Ocse, nel 2012 la differenza nel punteggio in
matematica era di 53 punti, che equivale alla differenza di
punteggio che risulta dall’essere andati a scuola un anno in più. In
Italia la differenza di punteggio è ancora maggiore ed equivalente a
63 punti Pisa. In parte questa differenza riflette il fatto che gli
studenti socio-economicamente svantaggiati tendono ad avere tassi di
partecipazione inferiori: la differenza di punteggio scende infatti
in media a 31 punti (e in Italia a 52 punti) quando si considerano
studenti che provengono da contesti socio-economici simili. Se è
vero che in Italia solo una minoranza dichiara di non essere mai
andato alla scuola dell’infanzia – il 4% degli studenti contro una
media Ocse del 7% - gli studenti che provengono da un contesto
socio-economico svantaggiato tendono ad avere tassi di
partecipazione inferiori: mentre il 90% degli studenti con
avvantaggiati dichiara di aver partecipato per più di un anno alla
scuola dell’infanzia, l’84% degli studenti meno fortunati ha preso
parte ad attività di questo tipo. Questo significa che molti degli studenti che potrebbero trarre un maggior beneficio dalla partecipazione a programmi quali la scuola dell’infanzia, al momento non prendono parte a questo importante ambiente di formazione e socializzazione. In Italia la proporzione degli studenti con un background d’immigrazione è cresciuta rapidamente tra il 2003 e il 2012. I nuovi immigrati sono generalmente molto più svantaggiati rispetto agli immigrati già stabiliti nel Paese e rispetto agli studenti senza un background di immigrazione. La barriera linguistica che molti di questi studenti devono affrontare è altresì un ostacolo all’apprendimento. La scuola dell’infanzia può essere un mezzo molto efficace per aiutare questi ragazzi e le loro famiglie ad essere pronti per un contesto scolastico e fare in modo che non si ritrovino ad iniziare la scuola con un gap considerevole rispetto agli altri studenti. Sarebbe quindi opportuno investire nella scuola dell’infanzia e mettere in atto strategie che permettano a tutti i bambini di partecipare, abbattendo le barriere che ancora impediscono ad alcune famiglie di beneficiare di un’attività che può permettere loro di iniziare un percorso scolastico al pari con gli altri bambini e che può inoltre facilitare il lavoro degli operatori della scuola. |