I soldi della formazione Tuttoscuola, 16.6.2014 Voci non confermate (bocche cucite al Ministero dell’istruzione a Roma) parlano di tagli alle risorse della formazione dei docenti per finanziare l’aumento in busta paga degli 80 euro. Questo perché il MEF, a quanto sembra, sta rastrellando fondi dai bilanci di tutti i ministeri. I 10 milioni di euro che il decreto legge 104/2013 (confermato dalla legge 128/2013 all’art. 16) destinava alla formazione dei docenti “Al fine di migliorare il rendimento della didattica con particolare riferimento alle zone in cui è maggiore il rischio socio-educativo…”, sarebbero stati dirottati verso il maxisostegno finanziario per assicurare da maggio 80 euro netti mensili in busta paga a milioni di lavoratori. C’è chi fa notare che quei 10 milioni sono stati previsti non ‘dal 2014’ bensì ‘per il 2014’, cioè una specie di una tantum di respiro congiunturale che non sarebbe del tutto funzionale all’operazione renziana degli 80 euro, presentata come impegno strutturale a carattere permanente. Ma il DL 66/2014 che prevede gli 80 euro rinvia alla prossima legge di stabilità la soluzione strutturale permanente di quello sconto; per il 2014 servono risorse da prendere qua e là, proprio come, ad esempio, nel bilancio del Miur. Con quei milioni la legge si propone(va) di sostenere la formazione degli insegnanti con particolare riferimento a sette macro-obiettivi, tra cui, il “potenziamento delle competenze nelle aree ad alto rischio socio-educativo e a forte concentrazione di immigrati, rafforzando in particolare le competenze relative all'integrazione scolastica, alla didattica interculturale, al bilinguismo e all'italiano come lingua 2”. Per la legge 128 il finanziamento serve “per attività di formazione e aggiornamento obbligatori del personale scolastico”. Proprio per questo, se la voce sarà confermata, forse in fondo in fondo non dispiacerà ad alcuni sindacati del comparto scuola che avevano considerato quella norma lesiva delle prerogative contrattuali, in quanto introduceva l’obbligo di aggiornarsi, invece del semplice diritto previsto dal CCNL. |