Caccia ai commissari

Pasquale Almirante, La Sicilia 1.6.2014

Una delle attese più spasmodiche degli studenti che devono affrontare gli esami di Stato riguarda i nomi dei commissari esterni. Sapute le materie, la caccia, dopo la pubblicazione dei nomi dei commissari e dei presidenti, è ora rivolta non solo a intercettare l'amico o il parente che possa intercedere benevolmente, ma anche a scoprire i tic eventuali di cui è cosparso il prof da cui si verrà interrogati. Ai tempi di internet, è tutto più semplice e con un click il tic è servito, compreso l'identikit, col kit culturale che il docente si porta appresso.

Ed ecco allora i siti degli studenti riempirsi di database del migliore spionaggio scolastico, dove ciascun professore è schedato con tutti i dati utili per non farsi bidonare, soprattutto agli orali. Il meccanismo è semplice: in cambio di una ricarica telefonica, gli studenti che conoscono quel tale docente, postano tutte le sue caratteristiche che poi verranno messe a disposizione dei fruitori del sito. Ma oltre a questo stratagemma ci sono pure, in combutta, i social network, utilissimi per cercare informazioni sui prof della commissione. Basta infatti mettere nei motori di ricerca il nome e le notizie scorrono con chiarezza lapalissiana, mentre Facebook e Twitter fanno la parte del leone. In modo particolare Facebook appare una miniera di informazioni, visto che si possono scandagliare sia gli amici del professore, e magari trovarne qualcuno in comune, sia le sue preferenze in termini di letture, foto, preferenze intellettuali.

Sembra però che i ragazzi 2.0 siano ancora più sfrontati dei loro genitori del secolo scorso, perché sono molti quelli che, assieme ai social network, preferiscono il contatto diretto con l' "inquisitore" e allora si recano, come fanno i migliori detective, nella sua scuola, cercando di parlare, se non proprio con lui, coi suoi alunni o coi bidelli. Del resto è il Miur stesso che incentiva queste cacce all'uomo perché vuole che i docenti esterni, per risparmiare nella diaria, provengano da scuole vicine o comunque nell'abito del distretto. Ma proprio su quest'ultima trappola della sobrietà ministeriale scatta un altro possibile colpo dall'ansia ben oleata dei ragazzi, perché molto spesso quel tale commissario è stato docente nella stessa scuola dove è stato nominato oppure vi ha amici e parenti oppure è conosciuto dai docenti curricolari dei maturandi per vari motivi. E se è così, metà degli esami sono già superati...